Crac Coop-Costruttori, chiesti 14 anni per l’ex presidente Donigaglia

FERRARA – La CoopCostruttori era “un’impresa gestita in modo verticistico e piramidale”: per questo motivo la pm Ombretta Volta, a nove anni dal crac del luglio 2003, ha chiesto al tribunale di Ferrara condanne per tutti i venti imputati del crac Costruttori-Cir, con pene a scalare seguendo la conformazione piramidale dei ruoli ricoperti nell’azienda.

Un crac di un miliardo di euro e che ha visto 10.000 creditori insinuati allo stato passivo per una delle aziende più titolate in Italia, che in oltre trent’anni di attività era diventata la prima coop nel settore delle costruzioni, quarta impresa in Italia dopo i colossi delle grandi opere.

Le richieste di condanna prevedono la pena massima per i quattro più alti dirigenti, accusati di associazione a delinquere finalizzata alle bancarotte: 14 anni all’ex presidente Giovanni Donigaglia, 12 al suo ex vice Renzo Ricci Maccarini, 10 a Beppino Verlicchi e 9 anni a Giorgio Dal Pozzo, vice presidenti, responsabili dei settori appalti e fabbriche.

Quindi i tre dirigenti delle società di revisione Reconta, Uniaudit e Ria, che certificarono dal ’93 al 2002 i bilanci Costruttori e Cir, ritenuti falsi dall’accusa, e che avrebbero dovuto secondo i periti del tribunale darne giudizi avversi o l’impossibilità della certificazione: 8 anni di pena a Sergio Luigi Cerioli, Giovanni Bragaglia e Carlo Colletti. Poi 5 anni di pena ai membri dei collegi sindacali di Costruttori e Cir: Mauro Angelini, Achille Calzolari, Angelo Adamini, Viliam Brusi, Sante Baldini, Roberto Andreotti.

Infine sette posizioni minori, con la richiesta di tre anni di pena per Valentino Ortolani, Luca Mazzoni, Giampaolo Venturi, Antonio Negretto, Pier Luigi Viola, Gianni Cervellati ed Elis Fazi. La sentenza, dopo le arringhe di parti civili, difese e repliche, secondo il calendario stilato dai giudici del tribunale – Caruso, Attina’ e Arcani – con la pausa estiva in mezzo, dovrebbe essere fissata per fine ottobre.

Gestione cookie