Crac Pellicano, le richiesta di Ponzoni in carcere: libri e abiti pesanti

Pubblicato il 19 Gennaio 2012 - 00:00 OLTRE 6 MESI FA

MONZA, 18 GEN – Libri e abiti pesanti. Sono queste le prime richieste dal carcere dell'ex assessore regionale lombardo del Pdl Massimo Ponzoni, che ieri mattina si e' costituito in seguito all'ordinanza del gip di Monza Maria Rosaria Correra nell'ambito di un'inchiesta per corruzione, concussione e bancarotta nata dal crac della societa' Il Pellicano.

L'ex coordinatore locale del Pdl e' ''provato, ma sereno e combattivo'', cosi' lo descrivono i suoi avvocati Sergio Spagnolo e Luca Ricci che gli hanno fatto visita e ai quali ha chiesto degli abiti pesanti perche' ha freddo. Ieri invece ha chiesto dei libri. L'ex assessore vicino al governatore Roberto Formigoni e' pronto a rispondere alle domande del giudice che dopodomani mattina lo interroghera'.

E a ''chiarire'' dunque una lista di accuse articolata al punto da far ritenere al gip che la sua ''condotta abituale'' fosse l' ''abuso della propria posizione'' come politico. Una condotta che ''puo' sfociare'' in corruzione o concussione ''a seconda del rapporto di forza di volta in volta instaurato con la controparte''.

Intanto oggi, il giudice Correra ha interrogato le altre quattro persone arrestate lunedi' scorso su richiesta dei pm Walter Mapelli, Giordano Baggio e Donata Costa. In mattinata e' stato sentito Antonino Brambilla, vice presidente e assessore della Provincia di Monza e Brianza (cariche da cui si e' dimesso) che si e' difeso dalle accuse contestate, come ha spiegato il suo difensore, l'avvocato Ivan Colciago, il quale all'esito dell'interrogatorio che si concludera' venerdi', valutera' un'eventuale istanza o di revoca o di sostituzione della misura cautelare. Ha poi risposto alle domande del gip anche l'imprenditore bergamasco Filippo Duzioni, i cui legami con il mondo politico, oltre che imprenditoriale, non lo relegano ad ''un piano subordinato rispetto a Ponzoni. Anzi'', si legge nelle carte. Proprio l'imprenditore, come scritto nell' ordinanza, ''nella prospettiva di una mancata rielezione di Ponzoni, si attivava presso i vertici del Pdl per sponsorizzare il nome di un candidato sostituto, a conferma dell'assoluta fungibilita' dei politici asserviti ai suoi interessi''. Tra le duecento pagine del provvedimento il gip trova anche spazio per ricordare che Duzioni ''e' evasore totale quantomeno dal 2004''.

Sempre oggi sono stati ascoltati Franco Riva ex sindaco e assessore all'urbanistica del Comune di Giussano, e l'ex assessore della provincia di Monza e Brianza Rosario Perri, entrambi ai domiciliari. Proprio l'influenza di Perri, osserva il giudice Correra, ''non discende certo dalla carica di direttore dell'ufficio tecnico di Desio ricoperta per lungo tempo, ma dai discoperti contatti con esponenti del clan Moscato'' il quale, nel 2005, avrebbe convogliato voti anche su Ponzoni.

Il magistrato richiama poi i 500 mila euro in contanti che nell'aprile del 2009 sarebbero stati nascosti nelle tubature della sua abitazione. A fare menzione del denaro sarebbe stato lo stesso Perri, intercettato nell'ambito dell'inchiesta allora condotta dalla Dda milanese. Il sospetto e' che quella somma sia stata costituita, almeno in parte, con l'illecita contropartita riconosciuta a Perri (dallo stesso Ponzoni o da Ponzoni e taluno degli altri soggetti beneficiati) per gli atti contrari mantenuti in relazione al PGT di Desio appena licenziato. Il magistrato sottolinea la ''prossimita' temporale'' tra la detenzione illecita e gli atti amministrativi trattati. Siamo nel 2009. Proprio alla fine di quell'anno nell'ambito dell' inchiesta sul fallimento della societa' Il Pellicano, nel corso di una perquisizione, veniva trovata dagli inquirenti la lettera-testamento di Sergio Pennati, l'ex socio e uomo di fiducia di Ponzoni, in cui il ragioniere metteva nero su bianco le ''malefatte'' dell'ex assessore regionale lombardo del Pdl.