Cremona: 18 studenti “vigilantes” contro il bullismo nelle scuole

Pubblicato il 14 Aprile 2010 - 16:13 OLTRE 6 MESI FA

Sono 18 ragazzini con tanto di cartellino di riconoscimento ma non chiamateli “vigilantes”, anche se il ruolo lo consentirebbe. Da oggi, 14 aprile, nella scuola media “Campi” di Cremona questo gruppo di alunni delle classi seconda e terza ispezionerà, durante l’intervallo, i corridoi della scuola a sostegno della sorveglianza. I 18 studenti fanno parte della “Squadra S.O.S.”, dove l’acronimo sta per Supporto alle operazioni di soccorso.

L’idea è del preside Filippo Motta. Dopo le prime titubanze, l’iniziativa è stata accolta positivamente sia dai docenti sia dagli stessi ragazzi che nei giorni scorsi hanno proposto le candidature per avere un posto nelle squadre S.O.S. L’inziativa, di cui si dà notizia oggi nelle cronache regionali del Corriere della Sera, è vista, secondo il preside Motta, come uno strumento in più per prevenire possibili casi di bullismo o semplici intemperanze che possono acccadere nel periodo di tempo dedicato alla ricreazione.

“Casi di bullismo conclamati a scuola non ce ne sono stati, ma non posso nascondere che alcuni casi di irrequietezza siano accaduti anche qui come in tutte le scuole – spiega il dirigente scolastico – Sembrerà un paradosso, ma solo in apparenza: le squadre S.O.S. coinvolgeranno infatti quei ragazzi diciamo più intraprendenti e a tratti più irrequieti ma che spesso hanno solo bisogno di essere maggiormente coinvolti nella vita della scuola”.

Il dirigente chiarisce subito un possibile equivoco: “I ragazzi non sono vigilantes, faranno un corso di primo soccorso, condotto da Alessandro Maianti, il nostro responsabile della sicurezza – continua Filippo Motta – L’idea è quella di fornire i rudimenti del primo soccorso, spiegare ai ragazzi cosa sia necessario fare, ad esempio, quando uno cade e magari c’è un sospetto di frattura. Oppure sapere come bisogna comportarsi in caso di svenimento. Certo i ragazzi incaricati saranno anche di supporto ai professori e al personale non docente di sorveglianza, non potranno agire autonomamente ma semplicemente segnalare episodi di criticità o qualche disservizio come un vetro rotto, piuttosto che un principio di incendio. Detto questo, i casi di liti o eventuali scontri fra coetanei potranno essere segnalati con maggiore tempestività. Osservatori all’interno del gruppo di ragazzi che vivono la scuola sono una possibile risorsa”. Il preside spiega che “la selezione dei 18 ragazzi è stata fatta dai docenti che hanno segnalato i soggetti più idonei”.

“I più entusiasti sono i ragazzi stessi – spiega il dirigente scolastico – e, in alcuni casi, proprio quelli che solitamente hanno maggiori difficoltà disciplinari. L’obiettivo delle squadre S.O.S. è infatti duplice. Da un lato c’é l’atto della vigilanza e dall’altro quello della responsabilizzazione. Ragazzi che spesso adottano comportamenti scorretti nei confronti degli altri per affermare la loro identità trovano nel conferimento di incarichi specifici un motivo di responsabilizzazione. Quello che realizziamo è un esperimento, uno dei tanti escamotage che la scuola si inventa per assolvere al meglio e con creatività il proprio compito educativo”