Mimmo Càndito, Crescentino gli intitola il Piccolo Teatro Mimmo Càndito, Crescentino gli intitola il Piccolo Teatro

Crescentino intitola il Piccolo Teatro a Mimmo Càndito, storico inviato di guerra de “La Stampa”

Mimmo Càndito, Crescentino gli intitola il Piccolo Teatro
Mimmo Càndito, Crescentino gli intitola il Piccolo Teatro (Foto da ANSA)

ROMA – Mimmo Càndito, lo storico inviato di guerra de La Stampa, se ne è andato il 3 marzo 2018 dopo una lunga lotta contro il cancro, raccontata nel suo libro “55 vasche“. Per ricordarlo, il Piccolo Teatro del Palazzo Comunale di Crescentino, porterà il suo nome. Una intitolazione al giornalista che è stata autorizzata dal prefetto di Vercelli.

A Càndito e alla sua memoria viene quindi intitolata la sala teatrale di impianto settecentesco che si trova all’ultimo piano del municipio. La sala è stata ristrutturata dopo 110 anni di chiusura durante il mandato della sindaca Marinella Venegoni e ora ospita eventi culturali.

Nel luglio 2019, il Consiglio Comunale guidato da Vittorio Ferrero aveva approvato all’unanimità l’intitolazione, ed era così partito l’ter per ottenere il decreto prefettizio. Il sindaco ha commentato: “Càndito ha sempre avuto Crescentino nel cuore e il suo legame e affetto per questa città sono innegabili e ricchi di testimonianze e ricordi: renderemo nota la data della cerimonia ufficiale di intitolazione”.

Càndito è stato reporter di guerra per La Stampa, stimato scrittore, professore all’Università di Torino di Linguaggio giornalistico e direttore dal 2001 della rivista culturale “L’indice dei libri del mese”. La lotta contro il cancro, che lo ha ucciso il 3 luglio 2018, Càndito l’aveva raccontata con coraggio nel suo libro “55 vasche. Le guerre, il cancro e quella forza dentro”.

Nato a Reggio Calabria, Mimmo Candito nel 1970 arriva al La Stampa dove arriva a ricoprire l’incarico di inviato speciale. Con questo ruolo racconterà molti conflitti, da quelli Medio Oriente, all’Asia, passando per l’Africa e il Sud America. E’ stato uno dei pochi cronisti che ha assistito e scritto sia della guerra in Afghanistan portata avanti dall’esercito dell’Unione Sovietica che, poi, dagli Stati Uniti, ma soprattutto i suoi racconti sono legati alle Guerre del Golfo. 

Lui che ha raccontato le guerre degli uomini, ha raccontato anche la guerra contro la malattia. Per 10 anni Càndito ha combattuto contro il tumore. Una lotta che racconta passo dopo passo nel libro “55 Vasche. Le guerre, il cancro e quella forza dentro”, perché 55 sono le volte ha nuotato su e giù per una piscina nello sforzo titanico di sottomettere alla propria volontà un corpo ridotto ai minimi termini da un cancro che si era piazzato e era cresciuto attaccato alla aorta, proprio vicino al cuore. Un libro che racconta la sua vita di battaglie e il suo lavoro, che ora sarà celebrato nel Piccolo Teatro di Crescentino.

(Fonte LA Stampa)

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