“Tribunale di Roma troppo lento”: il Csm boccia l’organico

ROMA, 20 LUG – Processi penali pendenti aumentati del 22% negli ultimi anni e sempre più lunghi, e una pendenza ”gravissima” anche nel settore civile, per lo meno davanti alla prima sezione. Eppure di fronte a questa situazione non sono state compiute dal tribunale di Roma ”scelte credibili”, cioè accompagnate da un’analisi sull’efficacia del loro impatto.

E’ per questa ragione che il plenum del Csm all’unanimità ha bocciato il piano organizzativo per il triennio 2009-2011 del tribunale più grande d’Europa. Non è stato predisposto ”un organico, documentato e razionale programma di analisi dei flussi e delle pendenze, che deve essere accompagnato da rilevazioni statistiche attendibili”, è la lamentela di fondo di Palazzo dei marescialli che giudica perciò ”non convincenti” le scelte compiute dal piano.

”Alla gravità della situazione” riscontrata nel settore che si occupa dei dibattimenti collegiali penali, e segnata oltre che dall’incremento dalla ”manifesta difficoltà nella conduzione di processi a elevata complessità”, ”non si è fatto fronte”, rimprovera tra l’altro il Csm, con l’aumento dei magistrati addetti e delle udienze. E al ”calo consistente” della produttività della sezione gip-gup (l’indice di smaltimento è passato in due anni dal 103% all’83%) non si è posto rimedio ”con adeguata sollecitudine”.

In particolare, si fa riferimento a una forte criticità “sia nel settore civile sia nel settore penale a seguito di procedimenti pendenti da oltre 3 anni”. Alcune sezioni civili, soprattutto la I sezione che si occupa di diritto della famiglia e diritti della personalità, risultano di aver subito un incremento del carico di lavoro del 35%. I processi penali a trattazione collegiale hanno subito un incremento del 22%.

Problemi anche per la sede distaccata di Ostia soprattutto per la grave situazione di ‘sofferenza’ del settore civile. “Non risulta predisposto un organico, documentato e razionale programma di analisi dei flussi e delle pendenze – scrive il Csm – e deve essere accompagnato da rilevazioni statistiche attendibili”.

“Da tali carenze di analisi – si legge ancora nella delibera del Csm – discendono effetti negativi con riferimento alla determinazione dell’organico non solo dei magistrati destinati ai due settori (civile e penale e all’interno di questo tra magistrati addetti al dipartimento e magistrati in servizio all’ufficio gip), ma anche tra magistrati in servizio nella sede centrale e assegnati alla sezione distaccata. Le medesime carenze non consentono di effettuare una valutazione ragionata delle effettive esigenze di ciascun settore. Le scelte operate, a volte anche radicali, non risultato pertanto convincenti in quanto non corredate da una analisi circa l’efficacia del loro impatto”.

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