”A dicembre del 2009, dopo il ritorno dal mio viaggio di nozze ho tentato di rientrare in servizio a Regina Coeli dove lavoravo come medico di guardia ininterrottamente da sei anni e non ci sono riuscito”. Lo riferisce Rolando Degli Angioli, il medico che visitò Stefano Cucchi al suo ingresso a Regina Coeli, il giorno dopo l’arresto, diagnosticandogli un pericolo di vita e che, in seguito, ha segnalato di aver subito pressioni per autosospendersi dal servizio.
Cucchi morì il 22 ottobre 2009 all’ospedale Sandro Pertini, una settimana dopo il suo arresto per possesso di droga. Per la sua morte la procura ha indagato 13 tra medici, infermieri e agenti penitenziari. Per accertare le eventuali pressioni sul medico e possibili collegamenti con il caso Cucchi il 22 dicembre scorso la Procura di Roma ha aperto un fascicolo.
”Da sei mesi ormai sono senza lavoro e non riesco a spiegarmene il motivo. Ho sempre lavorato con i detenuti e non lo posso piu’ fare. Mi auguro che la Procura di Roma faccia chiarezza al piu’ presto su queste che spero essere delle semplici coincidenze. Credo e continuero’ sempre a credere nella legge”, spiega il medico. Degli Angioli ha anche riferito di ”un tentativo di conciliazione” avviato, attraverso il suo avvocato Carlo Pereno, ”circa un mese fa con la Asl Rm A, la dirigenza sanitaria di Regina Coeli e la commissione provinciale del Lavoro per la riammissione e il risarcimento dei danni subiti”.
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