SIENA – Quasi sette ore e mezzo. Tanto è durato il sopralluogo disposto dalla procura di Siena a Rocca Salimbeni, la sede di Banca Mps, e in vicolo Monte Pio, dove il 6 marzo 2013 venne trovato il corpo, ormai senza vita, di David Rossi, l’ex capo area comunicazione dell’istituto senese, precipitato dalla finestra del suo ufficio al terzo piano della banca. Un sopralluogo voluto prima di tutto per verificare le modalità della caduta del corpo ma che è servito anche per prelevare “numerosi reperti”, come ha detto il tenente colonnello dei Ris, Davide Zavattaro, uno dei due periti nominati dalla procura che, nel novembre scorso ha disposto la riapertura dell’inchiesta archiviata, pochi mesi dopo la morte di Rossi, dal gip su richiesta dei pm Nicola Marini e Aldo Natalini, allora titolari del fascicolo aperto sull’ipotesi del reato di istigazione al suicidio.
Ora il pm Fabio Maria Iozzi indaga su altre ipotesi. Secondo il legale della vedova Antonella Tognazzi e di sua figlia, Carolina Orlandi, l’avvocato Luca Goracci, quello di Rossi fu un omicidio: il giornalista “fu buttato dalla finestra da almeno due persone”. Per arrivare a dimostrare questa verità, “quella che ci meritiamo e soprattutto si merita David”, ha detto Carolina Orlandi al termine della lunga giornata, “aspettiamo da oltre tre anni”. Goracci e l’avvocato Paolo Pirani che assiste gli altri familiari di Rossi, hanno chiesto e ottenuto che vengano “riacquisiti anche l’orologio e i cellulari” del giornalista, per poter effettuare delle indagini “di genetica forense”, in sostanza anche prove su eventuali dna presenti, da comparare con i risultati dell’autopsia che l’anatomopatologa, Cristina Cattaneo (l’altro perito della procura) ha effettuato sui resti della salma riesumata lo scorso 6 aprile.
I due periti hanno chiesto e ottenuto una proroga di circa 90 giorni: avrebbero dovuto depositare le loro relazioni il prossimo 6 luglio. Ora lo dovranno fare entro i primi giorni di ottobre. Vigili del fuoco e carabinieri hanno coadiuvato Zavattaro sia con numerose misurazioni con la tecnica telemetrica, sia con prelievi effettuati stando su una gru dei VVf lungo tutta la parete che va dalla finestra dell’ex ufficio di Rossi al selciato di vicolo Monte Pio, tra la curiosità dei senesi e dei tanti turisti che a due passi da piazza del Campo vedevano un’animazione non normale, con le forze dell’ordine impegnate a tenere a distanza giornalisti, fotografi e cameraman. Sempre su richiesta dei legali e dei periti della famiglia, il pm potrebbe riacquisire anche i filmati originali che quella sera registrarono la caduta e l’agonia di Rossi, fino al ritrovamento da parte del suo segretario e di un dirigente di Mps allertati da Antonella Tognazzi che non vedeva tornare a casa il marito.
Per l’ingegner Luca Scarselli, uno dei periti di parte, i video che vennero trasformati per poter essere leggibili, “potrebbero aver avuto così delle alterazioni”. Tra queste una potrebbe riguardare la possibilità di individuare esattamente la finestra da cui cadde il corpo e, per questo, sono stati fatti prelievi anche alla finestra del piano di sopra, al quarto piano. Quello che non va giù a Carolina Orlandi, sua madre convalescente oggi non era presente, e ai legali, è che queste indagini, “tutto ciò che è stato fatto oggi, potevano essere fatte tre anni fa”, magari con risultati che sarebbero stati diversi da quelli che verranno ottenuti, “ma noi speriamo comunque di arrivare alla verità”.