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Davide Mango uccide la moglie e spara ai passanti. Dal balcone urlava: “Voglio parlare con Mussolini”

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Davide Mango uccide la moglie e spara ai passanti. Dal balcone urlava: “Voglio parlare con Mussolini”

BELLONA (CASERTA) – “Mussolini, fatemi parlare con Mussolini”. Queste le deliranti parole urlate dalla finestra da Davide Mango, la guardia giurata che lunedì scorso a Bellona (Caserta) ha ucciso la moglie e poi ha tirato una bombola dal balcone e ha cominciato a sparare sui passanti. Voleva fare una strage. Ha lanciato la bombola del gas giù dal balcone e poi ci ha scaricato su decine di pallettoni. Le fucilate non hanno innescato l’esplosione, quindi ha imbracciato la carabina e ha fatto fuoco sui passanti. Dieci minuti di spari, poi una trattativa di oltre tre oltre. Dopo aver cercato di ammazzare la sua stessa figlia. Per poi urlare, ripetutamente, il nome del duce. “Voglio parlare con Mussolini”. Poi si è ucciso.

La guardia giurata simpatizzante di Forza Nuova ha ucciso la moglie Anna Carusone dopo averla rincorsa per le scale. Al culmine dell’ennesima lite, lei gli ha detto “Ti lascio”. Sono state le sue ultime parole. Un colpo l’ha centrata alla testa quando mancavano pochi gradini per il portoncino. Suami, la loro unica figlia, stava scappando insieme alla mamma. Era davanti a lei, quando Anna è stata colpita ed è caduta per le scale. Forse la madre ha fatto scudo col suo corpo alla figlia.

Come scrive Il Mattino:

La figlia, quindici anni, deve la vita a un garzone-eroe. «Sto bene, ora sto bene». Domenico Iodice ha venti anni. La voce è flebile e sofferente. Forse solo dopo ha compreso che quei colpi potevano ucciderlo. E non ha voglia di parlarne. D’altronde il suo gesto parla per lui. Ha portato Suami in salvo facendole scudo col suo corpo. Secondo la ricostruzione definitiva, dopo aver visto la madre morire sotto i suoi occhi, la ragazza è riuscita a oltrepassare il cancello della villetta, sfiorata dai proiettili. Ansimante è arrivata in strada. Urlava. Un dipendente del supermercato sotto casa ha incrociato il suo sguardo terrorizzato e ha capito che doveva fare qualcosa. Domenico ha abbracciato la ragazzina, quasi l’ha sollevata da terra, e le ha fatto scudo col proprio corpo mentre, insieme, attraversavano di corsa la strada per rifugiarsi in un edificio di fronte alla villa. Ma Davide è corso fuori al balcone. Uccidere la moglie evidentemente aveva spezzato qualsiasi connessione con la realtà, abbattuto ogni confine affettivo. Ha fatto fuoco contro sua figlia. Ha sparato. Ancora e ancora.

Sulla ragazzina e sul giovane che la stava portando in salvo, che si è quasi immolato per salvarla. Una fucilata lo ha centrato a un braccio. Un pallino lo ha preso alla nuca. Qualche centimetro più a sinistra e avrebbe colpito Suami alla testa. Ma lui ha continuato a correre, fino a quando entrambi non sono riusciti a entrare in un supermercato che si trova sul lato opposto della strada. Da quel momento, né Domenico né Suami hanno più parlato. La ragazzina, affidata allo zio paterno, si è chiusa in un comprensibile mutismo. Il suo eroe, che è a sua volta un ragazzo, di parlare di quel pomeriggio d’orrore non vuol saperne.

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