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Davide Paitoni e quel vocale alla moglie: “Mi hai rovinato la vita. Ti ho aggredito per punirti”

di Redazione Blitz |5 Gennaio 2022 8:38

Davide Paitoni e quel vocale alla moglie: "Mi hai rovinato la vita. Ti ho aggredito per punirti" (foto Ansa)

“Mi hai rovinato la vita, il bambino è al sicuro, ti ho aggredita per punirti”. Questo il messaggio vocale che avrebbe inviato Davide Paitoni alla moglie, che era tornata a vivere con i genitori, dopo averla accoltellata e dopo aver ucciso il loro bambino di 7 anni Daniele.

Il quarantenne, fuggito subito dopo la seconda aggressione, ha lasciato una lunga lettera sul cadavere del figlio, chiuso nell’armadio di casa sua che, come si apprende dai documenti giudiziari, spiegherebbe il suo gesto come una “sorta di ritorsione contro la moglie”, scrive Pm di Varese, annunciando la volontà di togliersi la vita.

Accerchiato dai carabinieri la mattina successiva la tragedia, Paitoni “impugnava un coltello, rivolgendolo verso gli operanti e li incitava a sparargli”. La custodia cautelare in carcere, si legge nel provvedimento di fermo, si è resa necessaria per il pericolo di fuga.

Paitoni non risponde alle domande del Gip

Il 40enne si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di Garanzia. “Non era in condizioni di sostenere l’interrogatorio”, ha detto all’Ansa il suo avvocato Stefano Bruno.

È attesa nel pomeriggio la decisione del Gip di Varese Giuseppe Battarino in merito alla misura cautelare per Davide Paitoni, l’uomo di 40 anni, di Morazzone (Varese) che ha ucciso con una coltellata al collo il figlio di 7 anni, tentando poi di uccidere anche la moglie dopo averla raggiunta a casa dei suoi genitori, e che oggi si è avvalso della facoltà di non rispondere durante il suo interrogatorio di garanzia.

Le accuse

“Le accuse contestate sono omicidio con le aggravanti di premeditazione e crudeltà, e tentato omicidio. “Ci aspettiamo la conferma della custodia cautelare in carcere nella sua massima espressione – ha detto l’avvocato dell’uomo, Stefano Bruno – gli ho consigliato di non rispondere perché non era in grado, essendo troppo provato”. Poi, ha aggiunto, “non ho ancora avuto modo di entrare nel merito dell’accaduto con il mio assistito, al momento mi sto occupando del lato umano”.

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