Camera: incandidabile politico corrotto. Severino: Nel 2013. Fli-Idv: Nel 2018

Paola Severino (LaPresse)

ROMA – Sì dell’Aula della Camera  alle tre fiducie poste a Montecitorio dal governo sul ddl anticorruzione. La prima fiducia è passata con 461 sì, 75 no e 7 astenuti. La seconda fiducia ha ottenuto 471 si e 31 no. Sì anche alla terza ed ultima fiducia, riferita all’articolo 14, sulla nuova fattispecie della “Corruzione tra privati”, che è passata con 430 sì, 70 no e 25 astenuti.

Hanno votato a favore della fiducia sull’articolo 10 del ddl anticorruzione Pdl, Pd, Udc, Popolo e Territorio. Contro l’Idv e la Lega. Fli non ha partecipato al voto ma ha votato sì la seconda e la terza volta. La scelta di Fli di non votare la prima fiducia è collegata alla mancata presentazione, da parte del governo, di un maxi emendamento al testo. In base al testo approvato, sostanzialmente non potranno essere più candidati quanti abbiano condanne definitive.

L’articolo 10 che ha passato l’esame della fiducia ricalca il testo uscito dalla commissioni Affari costituzionali e Giustizia e stabilisce che il Governo è delegato ad adottare, entro un anno, un decreto legislativo recante un testo unico della normativa in materia di incandidabilità alla carica di membro del Parlamento europeo, di deputato e di senatore della Repubblica, oltre che per qualsiasi altra carica elettiva di enti regionali o locali, e per le cariche di presidente e di componente del consiglio di amministrazione dei consorzi, aziende speciali e comunità montane.

La norma, però, secondo Fli e Idv, non si applicherà alle prossime elezioni nel 2013 ma scatterà dal 2018. Un’interpretazione non condivisa dai parlamentari del Pd Giovanelli e Ferranti: “L’incandidabilità in conseguenza di sentenze definitive di condanna può essere applicata già alle prossime elezioni politiche del 2013 se il governo eserciterà, come è sicuramente possibile, la delega in tempo utile”. E anche la Severino conferma: “Cercheremo di accelerare al massimo e di legiferare sull’incandidabilità dei condannati entro il 2013. Il tempo di un anno previsto nell’articolo 10 del disegno di legge anticorruzione – ha spiegato – è il termine massimo”.

Patroni Griffi: “Applicarla subito”. Il ministro per la Pubblica Amministrazione Filippo Patroni Griffi è però sicuro: ”Con il testo approvato oggi, il Governo e’ in grado di esercitare la delega a partire dal giorno successivo all’approvazione della legge e in questo modo i nuovi divieti sarebbero di immediata applicazione. Il termine della delega e’ un termine massimo”:

Il secondo articolo votato, il 7 prevede l’impossibilità di ottenere appalti con enti pubblici per chi è stato condannato per reati come la concussione o la corruzione e istituisce il reato di traffico di influenza.

L’articolo 13, ultimo su cui si voterà la fiducia e  fortemente voluto dal Pd ma osteggiato dal Pdl, prevede un sostanziale inasprimento delle pene per il reato di corruzione.

Prima fiducia, 22 del Pdl non votano. Nel PdL, 22 deputati non hanno partecipato al voto di fiducia chiesto dal governo sull’articolo 10 del ddl anticorruzione; 3 sono in missione; e in 3, Alessandra Mussolini, Lino Miserotti e Maurizio Bianconi, votano contro; 6 gli astenuti tra cui Gaetano Pecorella e Antonio Martino. Per il Pd, invece, disertano l’Aula in 5, tra cui i tesorieri del Pd Antonio Misiani e quello dei Ds Ugo Sposetti; 3 risultano in missione; nessun voto contrario.    Al momento della ‘chiama’, non si presenta nell’emiciclo l’intero gruppo di Fli, ad eccezione della relatrice Angela Napoli. Presenze record nell’Udc: su 38 deputati votano in 36. Rocco Buttiglione risulta in missione. Unico assente Gianluca Volonte’.    Tra i pidiellini assenti: Silvio Berlusconi, Niccolo’ Ghedini e Luca D’Alessandro. Lega e Idv dicono ‘no’ o sono assenti, come Umberto Bossi e Roberto Maroni.

Il ministro Severino. ”Quando si tratta di testi così complessi il desiderio di apportare delle migliorie è tanto. Ma a volte mi chiedo se il meglio non sia davvero nemico del bene”. Il guardasigilli Paola Severino ha risposto così a chi le ha domandato se al Senato si possa modificare il ddl anticorruzione. ”Credo che questo sia un nodo che scioglieremo più avanti. Prima dobbiamo verificare tutte le varie situazioni. Bisogna verificare, insomma, se ci sono tante condizioni”, aggiunge il ministro. Ma soprattutto bisogna verificare che i miglioramenti che si vogliono introdurre ”non rallentino troppo le cose”. ”Il dibattito al momento – prosegue Severino – è serio e aperto a tutte le alternative purché siano serie e concrete”. Il tentativo del governo è stato quello di ”togliere gli eccessi e i diversi estremismi” per tentare di arrivare ad una ”linea di rigore, ma anche di equità”, da parte del governo.

Fli: “Il governo vigili”. ”Sarebbe gravissimo se le forze politiche licenziassero il ddl anticorruzione alla Camera per poi ‘assassinarlo al Senato’: lo ha detto nell’Aula di Montecitorio Carmelo Briguglio di Fli invitando il governo ad esserre ”responsabile, seguendo l’iter complessivo del provvedimento”.    ”Se e’ solo un atto di ipocrisia per farlo uscire dalla Camera e poi eliminarlo al Senato, perche’ non favorisce il sistema Penati o favorisce il sistema Ruby – avverte Briguglio – allora gli italiani avrebbero il diritto a elevare con un moto forte il proprio sdegno verso le istituzioni e verso la classe politica”.

Cicchitto: “Troppo potere ai giudici, cambiare traffico di influenze”. ”Come avrò modo di dire nella dichiarazione di voto di domani, e’ auspicabile che al Senato questo disegno di legge abbia alcune modifiche, in primo luogo per quello che riguarda il ‘traffico di influenza’ perche’ esso rischia di dare ai pubblici ministeri una discrezionalita’ del tutto eccessiva”: lo afferma il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto.

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