Del Turco condannato, dubbi sulla sentenza: il Telepass, la foto, la busta di mele

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Luglio 2013 - 19:16 OLTRE 6 MESI FA
Del Turco condannato, dubbi sulla sentenza: il Telepass, la foto, la busta di mele

Del Turco condannato, dubbi sulla sentenza: il Telepass, la foto, la busta di mele (foto LaPresse)

PESCARA – Sulla sentenza in primo grado di condanna a nove anni e sei mesi per corruzione dell’ex presidente della Regione Abruzzo Ottaviano Del Turco pesano molti dubbi e tasselli mancanti.

Il primo dei quali sono i soldi: due supplementi di indagine e cento rogatorie non sono bastate per rintracciare i sei milioni di tangenti che l’imprenditore della sanità Vincenzo Angelini avrebbe pagato – secondo i giudici di Pescara – all’imputato Del Turco.

Non sono stati trovati i soldi e non è stato dimostrato il modo col quale Angelini avrebbe consegnato quelle mazzette all’ex governatore.

Alessandra Arachi, per il Corriere della Sera, ha sottolineato le molte debolezze della tesi accusatoria:

“«In aula i magistrati sono arrivati a sostenere che siccome Ottaviano Del Turco era stato ministro delle Finanze aveva imparato come far sparire i soldi», si è lamentato Giandomenico Caiazza, l’avvocato difensore di Del Turco, ex governatore dell’Abruzzo, ex segretario aggiunto della Cgil e, appunto, ex ministro delle Finanze”.

Il primo dei puntelli dell’accusa è la prova del Telepass:

“Il fatto che Angelini avesse presentato scontrini del Telepass del casello autostradale di Aielli-Celano, sulla Roma-Pescara, secondo la magistratura era una dimostrazione che l’imprenditore della sanità abruzzese si fosse recato a casa di Ottaviano Del Turco, a Collelongo. Durante il dibattimento sono state fatte anche prove di guida in auto per documentare e misurare il tempo di percorrenza dal casello di Chieti (la città dove abita Angelini) a quello di Aielli-Celano che è, appunto, il casello autostradale dove si deve uscire per raggiungere Collelongo, il paese dove abita Ottaviano Del Turco, ma che dista dal casello dell’autostrada circa 25 chilometri di stradine che attraversano paesi e campagna.

Ci sono state discrepanze tra l’accusa e la difesa sul tempo necessario per andare da Chieti a Collelongo passando per il casello di Aielli-Celano: per l’accusa andata e ritorno si farebbe in un’ora e sei minuti, per la difesa ci vogliono due ore e venti minuti. Secondo l’accusa Vincenzo Angelini sarebbe partito da Chieti e tornato a Chieti in poco più di un’ora facendo quasi duecento chilometri e fermandosi anche a casa di Del Turco per dare le tangenti, in contanti. Ma a parte questo, la domanda che rimane sospesa è: come si fa a stabilire con certezza che Vincenzo Angelini uscendo al casello di Aielli-Celano fosse andato davvero a casa dell’ex governatore dell’Abruzzo? Nelle prove del processo sono stati infatti depositati gli scontrini del Telepass di quel casello. Nulla di più”.

Gran parte del dibattito processuale si è svolto intorno a una fotografia, che l’accusatore Angelini sostiene di aver scattato il 2 novembre 2007 a casa Del Turco, portandola agli atti come una prova dell’avvenuta consegna della tangente:

“Su quella fotografia c’è stato uno scontro di perizie, forse il più duro che si è verificato durante questo processo pescarese. Secondo l’avvocato difensore di Del Turco, quella fotografia non poteva essere stata scattata il 2 novembre del 2007, bensì prima in seguito ad una serie di scatti in serie della macchina digitale. I periti della Procura hanno ribaltato questa tesi, dimostrando che quella fotografia era stata effettivamente scattata nel giorno dichiarato dal grande (e unico) accusatore dell’ex presidente della Regione Abruzzo.
Ma alla fine di tutto fra il dito e la luna rimane la domanda: che cosa si vede in quella foto? Nulla certo che possa documentare il passaggio di soldi contanti. In quella occasione Angelini disse anche che, lasciati i soldi contanti in casa, Del Turco lo obbligò ad uscire con una busta piena di mele“.