Delitto Olgiata: Winston, 'giudizio immediato'

ROMA, 9 GIU – Uccise perche' sorpreso a rubare gioielli per un valore di 80 milioni delle vecchie lire. E' questo il movente, per la procura di Roma, dell'omicidio della contessa Alberica Filo Della Torre, strangolata e ripetutamente colpita con uno zoccolo alla testa, nella sua camera da letto, nel comprensorio dell'Olgiata, il 10 luglio 1991.
A quasi 20 anni dal delitto si va verso il processo per Winston Manuel Reyes, il domestico filippino reo confesso. Il pm Francesca Loy, magistrato che ha caparbiamente creduto nella possibilita' di risolvere quello che, a lungo, e' stato ritenuto un ''cold case'', ha chiesto il giudizio immediato dell'indagato. Gia' pronta la data del processo: 25 ottobre prossimo davanti ai giudici della prima corte di assise. Ma su questo appuntamento pende la possibilita' di un ricorso dell'imputato al giudizio abbreviato, rito alternativo che consente, in caso di condanna, di usufruire dello sconto di un terzo della pena.
Quindi ci sarebbe il furto dei gioielli, spariti e mai ritrovati, dietro il delitto, avvenuto nel giorno del decimo anniversario di matrimonio della vittima. Secondo il pm Loy, Reyes, fino ad un mese prima dell'omicidio in servizio nella villa dell'Olgiata, avrebbe pensato di risolvere i propri problemi economici rubando i preziosi della nobildonna. Conoscendo la casa ed il modo di introdursi passando inosservato, sarebbe arrivato fino alla camera da letto. Ma i suoi propositi sarebbero naufragati per l'improvvisa entrata in stanza della contessa.
Ad incastrare il filippino sono state le tracce ematiche lasciate sul lenzuolo con il quale fu avvolto il viso della donna durante lo strangolamento: una macchia di sangue di due centimetri, delle 51 rilevate (50 della vittima), inequivocabilmente appartenente all'indagato; una traccia di sangue misto del filippino e della vittima sullo stesso lenzuolo; una traccia di dna di Reyes sull'orologio Rolex della vittima.
A scoprire le tracce biologiche sono stati i carabinieri del Ris di Roma guidati dal colonnello Luigi Ripani. Un'analisi metodica sui reperti, come ha sottolineato oggi in un incontro con i giornalisti, ha consentito di stabilire che le tracce biologiche attribuite al filippino sono contestuali al momento del delitto. In sostanza, le tracce sul lenzuolo, entrambe alle estremita', sarebbero conseguenza di due abrasioni scaturite dal contatto dei suoi gomiti con la manovra di avvolgimento del corpo della vittima.
''Un successo – ha dichiarato il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani – pur nella ristrettezza delle risorse disponibili, sono il frutto della tenacia degli investigatori e delle nuove tecniche investigative. Con maggiori risorse si possono ottenere risultati ancora migliori''. All'incontro con i cronisti erano presenti anche Bruno Bellini, capo della sezione omicidi dei carabinieri del nucleo investigativo, e Lorenzo Sabatino, capo del nucleo investigativo dei carabinieri di Roma.
Soddisfazione per l'iniziativa della procura e' stata espressa dall'avvocato Giuseppe Marazzita, legale di Pietro Mattei, marito di Alberica Filo Della Torre. ''La richiesta – ha aggiunto – e' fondata sull'assoluta evidenza delle prove del dna individuate dai Ris di Roma. In questo senso la confessione dell'imputato si rivela necessaria e strumentale ad un vantaggio processuale''.

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