Delitto Yara: la pm del caso indagata. Il gip di Venezia Alberto Scaramuzza ha disposto l’iscrizione nel Registro degli indagati per frode processuale o depistaggio il pm del caso Yara, a conclusione dell’udienza di opposizione all’archiviazione presentata dai legali di Massimo Bossetti dei presidente della Corte d’assise di Bergamo e di una cancelliera. La vicenda riguardava la conservazione di reperti della inchiesta che ha portato all’ergastolo il muratore di Mapello.
Delitto Yara: la pm del caso indagata
Il Procuratore di Bergamo, Antonio Chiappani resta “francamente sorpreso che dopo tre gradi di giudizio, dopo sette rigetti dei giudici di Bergamo sia all’analisi che alla verifica dello stato di conservazione dei reparti e dei campioni residui di dna” vi sia stata l’iscrizione nel Registro degli indagati del pm del caso Yara, disposta del gip di Venezia.
Il Procuratore Bergamo: “Sorpreso, dopo tre gradi di giudizio”
Sorpreso, spiega il magistrato, che ha appreso la notizia da organi di stampa, che “si imputi ora al pm il depistaggio riguardo la conservazione delle provette dei residui organici”, dopo che “nei tre gradi di giudizio era stata respinta la richiesta difensiva di una perizia sul Dna, dopo la definitività della sentenza sopravvenuta nell’ottobre 2018 che ha accertato la colpevolezza dell’autore dell’omicidio di Yara, e dopo che era passato più di un anno da tale definitività”.
I 54 residui organici, erano “rimasti regolarmente crio-conservati in una cella frigorifera dell’istituto San Raffaele fino a novembre 2019, quindi oltre un anno dopo il passaggio in giudicato della sentenza della condanna, e solo successivamente confiscati come prevede il Codice di procedura”, ricorda il capo della Procura.