Il gruppo sanguigno di Olesya Rostova e quello di Denise Pipitone non coincidono: si conclude così, a mezzo tv russa, l’ennesima falsa pista che aveva dato speranza a Piera Maggio e a tutta Mazara del Vallo. E si conclude male, non tanto per la notizia in sé, dato che la famiglia di Denise aveva sempre mostrato di voler restare coi piedi per terra, ma per il modo in cui è maturata. Con l’emittente televisiva russa Primo Canale che ha voluto chiaramente sfruttare la pista italiana fino all’ultimo, per ragioni di show business.
La lunga farsa della tv russa su Denise Pipitone
La puntata di mercoledì sera di “Lasciamoli Parlare”, alla quale ha preso parte l’avvocato di Piera Maggio, Giacomo Frazzitta, dopo un tira e molla con la produzione russa, è stata infatti preceduta, martedì, da un episodio interamente dedicato a Olesya. In quell’episodio la vicenda della scomparsa di Denise Pipitone è stata ampiamente usata per creare attesa e montare il caso internazionale.
In studio, in realtà, era presente un’altra famiglia, russa, che subito dopo l’appello di Olesya si era fatta avanti per reclamare una possibile compatibilità. Questo non ha impedito a Primo Canale di tirare dritto e organizzare – in falsa diretta, poiché il programma viene registrato – la comparazione del DNA tra Olesya e l’aspirante madre, Valentina Kharyov. In studio Olesya le si è seduta accanto, l’ha chiamata “mammina”, e le due donne hanno atteso il risultato trepidanti, mano nella mano. Ma non è andata.
La fase due della farsa: entra in scena il caso di Denise Pipitone
Così si è passati alla fase due, ovvero il capitolo Denise Pipitone. “Abbiamo ritenuto corretto trasmettere nota alla Procura della Repubblica di Marsala che valuterà se procedere ad ulteriori accertamenti”, ha detto Frazzitta riguardo al gruppo sanguigno di Olesya. Un atto dovuto, evidentemente. Anche a rimarcare la diversa impostazione tenuta nella vicenda dalla famiglia di Denise. In tv, non a caso, è andato in scena un siparietto surreale tra lo stesso Frazzitta e il conduttore della trasmissione, Dmitriy Borisov.
Quando si è finalmente arrivati al dunque, infatti, Borisov si è fatto portare in studio una busta chiusa con dentro il responso sul gruppo sanguigno di Olesya. A quel punto Frazzitta avrebbe dovuto comunicare quello di Denise e, tra la suspense d’inquadrature e mossette varie, il destino di queste due famiglie sarebbe stato finalmente svelato. Ma non è finita così. Il legale di Piera Maggio si è infatti rifiutato e ha preteso la procedura opposta. Morale, dopo diversi minuti d’incertezza e battibecchi, a risolvere il tutto è stato il corrispondente della Rai a Mosca, Marc Innaro, invitato tra i partecipanti alla trasmissione, che ha prestato il suo cellulare a Borisov e l’informazione è stata finalmente comunicata.
La fine della farsa russa su Denise Pipitone
Alla fine è stato Frazzitta a rivelare che i due gruppi non coincidono, anche se in coda di puntata in studio, a Mosca, si è invece ventilata l’ipotesi che il test effettuato a suo tempo su Denise Pipitone possa essere errato e dunque vi sia la necessità di procedere comunque con la comparazione del DNA. Ma la famiglia di Denise ha già detto che non si presterà. “Dire che si è trattato di una trasmissione trash è un eufemismo. Hanno voluto mettere in piazza il dolore e le vite spezzate delle persone senza alcun rispetto. Ho accettato di andare in quella trasmissione e di metterci la faccia solo perchè volevamo sapere subito la verità”, ha spiegato l’avvocato Frazzitta: “Adesso basta”.
Al momento pare proprio che la ricerca di Denise debba ripartire da zero, questa è stata l’ennesima pista falsa. Quella di Olesya, invece, continua. Probabilmente in (finta) diretta tv.