Si è aperto davanti al tribunale di Marsala, presieduto da Riccardo Alcamo, il processo a Jessica Pulizzi, 22 anni, sorellastra di Denise Pipitone, la bimba rapita il primo settembre del 2004 a Mazara del Vallo. Pulizzi, assente all’udienza perché malata, è imputata per concorso in sequestro di minore insieme all’ex fidanzato, il tunisino Gaspare Ghaleb, che risponderà solo di false dichiarazioni al Pm.
Per l’accusa la ragazza, che all’epoca dei fatti era ancora minorenne, avrebbe rapito per vendetta e gelosia la sorellastra, frutto di una relazione extraconiugale del padre.
Al processo si sono costituiti parte civile Piera Maggio e Tony Pipitone, genitori di Denise, e Piero Pulizzi, il padre naturale della piccola rapita e dell’imputata. Quest’ultimo ha spiegato la sua decisione “sofferta”, sottolineando di non volersi costituire «contro mia figlia, ma per conoscere la verità». Anche la madre di Jessica Pulizzi, Anna Corona, risulta indagata per lo stesso reato, ma in un altro troncone di indagine aperto in seguito alle sollecitazioni del difensore di Piera Maggio, la mamma di Denise.
Il Gip di Marsala, Caterina Greco, ha infatti incaricato i carabinieri del Ris di eseguire un “accertamento unico irrepetibile” in un casolare di Villagrazia di Carini (Palermo) di proprietà di Anna Corona, che potrebbe essere stato utilizzato come prigione per tenere segregata la bimba.
Il giudice ha invece rinviato al 18 marzo l’udienza per l’affidamento dell’incarico agli esperti che dovranno eseguire l’incidente probatorio diretto ad accertare la validità dei tracciati del cellulare in uso alla donna e che si riferiscono ai suoi spostamenti da Mazara del Vallo a partire dalla notte del 2 Settembre 2004.
Anna Corona ha difeso la figlia dall’accusa di essere “un mostro, una ladra di bambini” e ha aggiunto: “sulla mia famiglia si è abbattuta la violenza psicologica di un processo mediatico”. Una tesi sostenuta anche dal legale di Jessica Pulizzi, l’avvocato Gioacchino Sbacchi, che lamenta un “massacro mediatico” nei confronti della sua assistita.
Ma Piera Maggio, mamma della piccola Denise, ribatte: “L’unico massacro è quello al quale sono stata sottoposto io da cinque anni. Adesso chiedo giustizia. Da questo processo mi aspetto che si possa arrivare a conoscere la verità”.
“Mi aspetto – ha aggiunto – che quanti in questi ultimi 5 anni e mezzo non hanno chiarito la loro posizione possano dare un contributo per chiarire qual’é stata la realtà dei fatti”.
“Siamo sulla pista giusta – ha osservato Pietra Maggio – e le persone che sono per adesso sotto accusa hanno tanto da chiarire ancora e devono dire la verità. Il tempo trascorso per chiarire i fatti è stato molto lungo. Questi imputati si sono trincerati dietro i loro diritti però non hanno tenuto in considerazione che questa vicenda riguarda una bambina che quando è scomparsa aveva 4 anni. Parlano di fratellanza e amore ma non si comportano di conseguenza”.