Dentix chiude. E lascia tutti con le cure a metà Dentix chiude. E lascia tutti con le cure a metà

Dentix chiude. E lascia tutti con le cure a metà

ROMA – Non è che quelli di Dentix abbiano lasciato i pazienti sulla sedia del dentista con la bocca aperta e la testa all’indietro scappando con il trapano ancora acceso in mano…

Ma insomma, i responsabili della catena odontoiatrica spagnola, 57 centri diffusi capillarmente in 12 Regioni italiane, sembrano essersi volatilizzati, approfittando intanto del lockdown.

Finita l’emergenza in Italia non riaprono, non rispondono al telefono o alle mail, mentre i pazienti sono ansiosi di terminare questa o quella cura. 

Quando, peraltro, hanno già pagato (e dal dentista non si scherza).

Basta ascoltare il grido dolore degli ex assistiti.

“Mi hanno estratto due denti per mettere gli impianti e ora non rispondono più.

Ho un bel buco in mezzo alla bocca e non so come fare, e devo iniziare a pagare rate per 5mila euro…”. 

Centri Dentix chiusi, si teme la fuga

I centri Dentix dopo aver chiuso obbligatoriamente per la pandemia, non hanno ancora riaperto.

Secondo l’allarme lanciato da Federconsumatori “gli operatori non rispondono più ai pazienti e le cliniche sembrano aver cessato, di fatto, l’attività”..

Sull’orlo del fallimento, nessun acquirente s’è fatto vivo

Il gruppo fondato da µngel Lorenzo Muriel aveva riaperto più di 60 centri sui 217 che ha in Spagna e sperava di terminare la settimana con oltre il 90% delle cliniche attive.

Ma già prima della pandemia aveva fatto ricorso alla cassa integrazione per quasi tutti i suoi 3.200 impiegati in Spagna.

A marzo, Dentix aveva presentato la richiesta di un concordato preventivo, ha venduto le cliniche in Portogallo e messo in vendita, ma senza ancora trovare un acquirente, quelle italiane.

I dentisti: “Truffa ai danni dei pazienti”

E’ “indispensabile” intervenire sulle norme per “evitare il ripetersi di queste truffe dove sono primariamente coinvolti i pazienti”.

Per l’Associazione nazionale dentisti italiani (Andi), “migliaia di pazienti che si sono trovati di fronte alle serrande chiuse di questi ambulatori.

Dopo aver sospeso l’attività in Fase 1 Covid-19, non hanno più riaperto pur avendo già riscosso gran parte dei costi delle terapie in atto”. (fonte Ansa)

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