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Depositi scorie nucleari, individuati 51 siti (la lista): i no già si sprecano (a dispetto di soldi e lavoro)

di Redazione Blitz |13 Dicembre 2023 20:23

Foto Ansa

Dopo anni di attese, studi e polemiche, il Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha pubblicato la mappa delle aree idonee per il deposito nazionale delle scorie nucleari, la Cnai.

Depositi scorie nucleari, individuati 51 siti

Sono indicati 51 siti, concentrati in 5 zone su 6 regioni. 10 in Basilicata (5 nel Materano e 5 nel Potentino), 4 fra Basilicata e Puglia, 21 in Lazio (nel Viterbese), 5 in Piemonte (nell’Alessandrino), 1 in Puglia (a Gravina), 8 in Sardegna (2 nell’Oristanese e 6 nel Sud Sardegna), 2 in Sicilia (nel Trapanese).

Ma la lista non è chiusa. Il recente Decreto legge energia ha introdotto la possibilità di autocandidature per comuni che non sono compresi nella mappa. E ora ci sono 30 giorni per presentarle. L’Italia da decenni deve realizzare un deposito nazionale delle scorie nucleari, lo prevedono le norme Ue.

Effetto Nimby: nessun comune si candida

I suoi rifiuti radioattivi oggi sono in Francia e Gran Bretagna (quelli più pericolosi) o sono sparsi in depositi poco sicuri. Nel 2003 il governo Berlusconi provò a costruire la discarica a Scanzano Jonico in Basilicata, ma dovette rinunciare per la rivolta dell’intera regione.

Nel 2021 la Sogin, la società pubblica per lo smantellamento degli impianti nucleari, che dovrà costruire e gestire la discarica, ha pubblicato una prima Carta dei siti potenzialmente idonei, individuati sulla base di criteri di sicurezza.

I criteri: lontani da centri abitati, acque, falde

Lontananza da centri abitati, da corsi d’acqua e falde, da zone sismiche, da aree agricole e altro. Su questi siti è stata avviata una consultazione pubblica con i Comuni e cittadini, e si è arrivati alla lista definitiva di 51 aree, la Cnai (Carta nazionale delle aree idonee).

Il problema è che nessuna delle località indicate nella mappa si è dichiarata disponibile ad ospitare la discarica. In compenso, alcuni Comuni non compresi, primo fra tutti Trino Vercellese (dove già esisteva una centrale), si sono candidati a prendersi il deposito.

Questo porterebbe sul territorio contributi pubblici milionari, oltre a 4000 occupati nel cantiere per 4 anni e a 700-1000 nella gestione. Il Decreto legge Energia, riprendendo una proposta di legge della Lega, ha inserito la possibilità di autocandidature anche per i Comuni non compresi nella Cnai.

4mila occupati nel cantiere per 4 anni, mille nella gestione

E ora gli enti locali, inseriti o no, hanno 30 giorni di tempo dalla pubblicazione della Carta per offrire la loro disponibilità. L’esclusione dalla Cnai per qualcuno è dovuta solo a vincoli amministrativi, come la destinazione agricola di terreni, che possono essere modificati facilmente.

“La Regione Basilicata ribadisce il proprio no all’individuazione in territorio lucano dei siti per i rifiuti radioattivi”, ha detto l’assessore regionale all’Ambiente e all’Energia, Cosimo Latronico. No anche dal sindaco di Altamura, Vitantonio Petronella.

“Sono pronto sin d’ora – ha spiegato – a condividere delle azioni comuni con i sindaci dei Comuni di Gravina in Puglia, Matera e Laterza, con i presidenti delle due Regioni e con gli altri rappresentanti della nostra città in Consiglio regionale e in Parlamento”.

“I lucani dovranno ringraziare il governo regionale e nazionale per il regalo di Natale che sta per arrivare”, ha commentato il deputato del Pd Enzo Amendola.

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