Desirée Mariottini, il pusher: “Non le ho dato io la droga”. Il quarto arrestato: “Rapporti consensuali”

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Desirée Mariottini, il pusher: “Non le ho dato io la droga”. Il quarto arrestato: “Rapporti consensuali”

ROMA – Resta in carcere il pusher coinvolto nelle indagini relative alla morte di Desirée Mariottini, ma per lui cade l’accusa di aver ceduto droga a un minore. Lo ha deciso il gip Maria Paola Tomaselli al termine dell’interrogatorio di garanzia nel carcere di Regina Coeli a Roma. Il giudice ha convalidato il fermo emettendo una misura cautelare in carcere. Il 36enne è accusato di detenzione e cessione di stupefacenti ma per il gip non avrebbe ceduto la sostanza stupefacente a Desirée.

“Io non ero lì quella notte, non ho dato droga a Desirée”. Si è difeso così il pusher arrestato nell’ambito delle indagini relative alla morte della giovane di Cisterna di Latina. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, durato quasi due ore, l’uomo, difeso dall’avvocato Gabriele Galeazzi, ha respinto le accuse affermando che quella notte in cui la ragazza è morta non si trovava nello stabile occupato in via dei Lucani nel quartiere San Lorenzo a Roma.

Ha respinto tutte le accuse, a cominciare da quella di aver partecipato all’omicidio, Yusif Salia il ghanese di 32 anni, il quarto uomo catturato il 26 ottobre scorso in una baracca abusiva che si trova nel ghetto di Borgo Mezzanone, nel Foggiano. Questa mattina il ghanese è stato interrogato per più di un’ora nel carcere di Foggia dal Gip Carmen Corvino su richiesta di rogatoria del gip di Roma Tomaselli che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare per concorso in omicidio volontario, violenza sessuale e spaccio di droga. Salia avrebbe riferito di aver avuto con Desirée, che sapeva essere 20enne, un rapporto sessuale consensuale, la sera del 18 ottobre, il giorno prima del delitto. “Yusif – ha precisato uno degli avvocati di Salia Margherita Matrella – sapeva che Desirée aveva vent’anni. Quella sera del 18 ottobre sono entrati mano nella mano nel container di via dei Lucani. Poi, una volta all’interno, hanno consumato un rapporto sessuale consensuale”.

 

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