Desirée Mariottini, spunta un testimone: “L’ho vista, stava male. Non voleva tornare a casa perché il padre la picchiava”

Desirée Mariottini, spunta un testimone: "L'ho vista, stava male. Non voleva tornare a casa perché il padre la picchiava"
Desirée Mariottini, spunta un testimone: “L’ho vista, stava male. Non voleva tornare a casa perché il padre la picchiava”

ROMA – Desirée Mariottini “stava male, non voleva tornare a casa perché suo padre la picchiava”. A parlare è un ragazzo che frequenta abitualmente il palazzo di via Lucani, nel quartiere San Lorenzo a Roma, lo stesso in cui la 16enne è stata trovata poi senza vita. Il testimone, intervistato in esclusiva dall’agenzia Ansa, racconta di aver visto Desirée quella tragica sera del 19 ottobre. 

Era circa l’una di notte e anche il ragazzo, che si copre il volto con una mano e dice di essere stato già ascoltato in Questura, era lì. “Quella notte ero nel palazzo. Ho visto Desirée stare male. Era per terra e aveva attorno 7-8 persone. Le davano dell’acqua per farla riprendere”.

Desirée sarebbe stata non cosciente per ore a causa di un mix micidiale di droghe e poi sarebbe stata abusata più volte da più persone. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la 16enne avrebbe assunto droga già nel pomeriggio del 18 ottobre e avrebbe perso coscienza per poi morire nella notte del 19 ottobre. In quel lasso di tempo, mentre dallo stato di incoscienza si passava alla morte, si sarebbero consumati gli abusi.

Il teste precisa di non aver assistito alle violenze che la 16enne avrebbe subito. Ad un certo punto “qualcuno chiamò i soccorsi”. Poi però aggiunge un dettaglio inquietante: “Desirée non voleva tornare a casa perché suo padre la picchiava, aveva paura”.

Intanto tre persone sono state fermate per la morte di Desirée Mariottini ed è caccia ad un quarto uomo. In serata altre persone sono state interrogate in Questura: non si tratta di sospetti ma sono persone informate dei fatti.

“Fosse per me castrazione chimica per gli stupratori. Un po’ di carcere in Italia, ma le carceri in Nigeria, in Senegal, in Congo o in altri Paesi penso siano un tantinello più duri. A me non dispiacerebbe che tornassero anche da dove sono arrivati”, ha detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini, ai microfoni di Stasera Italia, su Rete Quattro. “Mi fa arrabbiare il doppio – ha detto ancora Salvini – perché sono persone che hanno abusato della buona fede e della generosità degli italiani, stuprando e spacciando. Secondo me lo stupro vale l’omicidio. Lo stupro di uno che ha abusato della buona fede del mio Paese vale doppio”.

I tre fermati sono due senegalesi, irregolari in Italia, Mamadou Gara di 26 anni e Brian Minteh di 43. Il terzo è un nigeriano di 40 anni. Hanno tutti e tre precedenti per spaccio di droga. I capi di imputazione sarebbero gli stessi: omicidio volontario, violenza sessuale di gruppo e cessione di stupefacenti.

Mamadou Gara aveva un permesso di soggiorno per richiesta d’asilo scaduto ed aveva ricevuto un provvedimento di espulsione. L’uomo si era reso irreperibile. Era stato poi rintracciato dal personale delle volanti a Roma il 22 luglio 2018 ed era stato richiesto nulla osta dell’autorità giudiziaria per reati pendenti a suo carico.

A questo link è possibile vedere l’intervista esclusiva: http://www.ansa.it/lazio/notizie/2018/10/25/desiree-polizia-ferma-due-persone_759d633b-c7ef-40a4-ace1-55af4e23bf4b.html

 

 

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