Diego Armando Maradona Junior ricorda suo padre nel giorno dell’anniversario della morte (25 novembre). Lo fa ai microfoni di Non stop news, in onda su Rtl 102.5. Il figlio del leggendario calciatore (del quale porta anche il nome) è stato ospite di Giusi Legrenzi, Enrico Galletti e Massimo Lo Nigro.
“È stato un anno molto triste senza papà e oggi lo è ancor di più perché riaffiorano dei ricordi, delle sensazioni molto brutte. Fu un giorno molto brutto, molto triste per me e penso per tutte le persone che lo amavano veramente”.
Chi ha causato la morte di Maradona
“In questo momento non posso essere arrabbiato con chi ha causato la sua morte, non posso provare rabbia in un giorno del genere. È un giorno di grande tristezza. C’è una causa aperta in Argentina aperta nella quale noi figli ci siamo presentati come parte lesa. Stanno andando avanti bene. Noi tutti abbiamo un’idea ma per rispetto della magistratura non possiamo rilasciare nessuna dichiarazione in merito: l’unica cosa certa è che se qualcuno è stato negligente e/o lo ha fatto morire, la pagherà sicuramente”.
Diego Armando Maradona Jr in cerca della propria identità
“Non importa chi sia tuo padre, una persona cerca il proprio genitore per una questione di diritto di identità, tutti hanno diritto a un’identità. Io l’ho cercato sempre perché ho sempre creduto e pensato che padre e figlio devono stare insieme. Ci sono state varie polemiche nel corso della mia vita, tante domande stupide, tipo che mi è stato detto che cercavo mio padre solo perché è Maradona: non è vero.
Nel mondo ci sono milioni di cause di paternità anche a persone non famose. La ricerca dell’identità è un diritto che non si deve mai perdere, ma sentivo il bisogno di avere l’affetto di mio padre e di dimostrare al mondo che mia madre non era ciò che era stata definita”.
Il rapporto tra Maradona e il figlio
“Una delle cose più tristi è che lui continuamente mi chiedeva scusa e io gli dicevo che non doveva farlo. Dentro di me ho sempre saputo di doverlo perdonare, altrimenti non avrebbe avuto senso cercarlo, sarei stato protagonista di un controsenso. A lui sono stati dati consigli non giusti, aveva un grande difetto: quello di essere stato troppo buono. Molte volte è stato penalizzato per questo.
Mi sono sempre sentito il figlio di Diego Armando Maradona perché ho avuto una grande madre: una madre che non mi ha mai mentito, che mi ha sempre raccontato la verità, che mi ha sempre detto come stavano le cose nel bene e nel male. Ci vuole del tempo per accettare la verità però alla fine vince. Se potessi incontrarlo e dirgli qualcosa sicuramente lo abbraccerei. Per il resto non ho rimpianti, ciò che dovevo dirgli gliel’ho detto sempre, avevamo un rapporto molto onesto.
Sicuramente gli direi che molta gente lo ama, per quello che ha fatto in campo e ciò che ha fatto fuori. Papà ha risvegliato la vera napoletanità, perché Napoli è stata sempre grande e veniva molto sminuita a quei tempi: la napoletanità si era un po’ persa e grazie a papà attraverso il calcio si è risvegliata”.
L’eredità di Maradona
“Posso dire che secondo me dobbiamo ancora trovare tantissime cose, ci stiamo impegnando per trovare ciò che hanno nascosto, questo è poco ma sicuro. In una giornata del genere parlare di questo mi sembra riduttivo: un anno fa se ne andava la persona scelta da Dio per mostrarci come si gioca a calcio”.