ROMA – Dopo la notizia di 8 foto rubate dal profilo privato di Diletta Leotta, giornalista sportiva di Sky, ci sarebbe anche un video messo in circolazione senza la sua autorizzazione. La giornalista ha subito una gravissima violazione della privacy, con il suo profilo che è stato hackerato e con foto private e un video che sono stati messi in circolazione su internet e soprattutto sui social network.
La Leotta si è subito rivolta alla polizia postale per mettere al sicuro la sua privacy violata e ha spiegato che gli hacker hanno preso di mira un suo telefono cellulare, che conteneva foto privatissime di alcuni anni fa. Le foto sono state poi diffuse, insieme ad alcuni evidenti fotomontaggi, e alla giornalista non è rimasto altro da fare che sporgere denuncia e diffidare gli utenti del web e i giornali dall’usare tali immagini. In un comunicato del suo ufficio stampa si legge:
“Il telefono portatile di Diletta è stato hackerato e alcune sue foto privatissime di alcuni anni fa, in realtà insieme ad evidenti fotomontaggi, in queste ore sono distribuite in rete da moltissime persone. Diletta ha subito sporto denuncia alla Polizia di Stato (Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Milano) chiedendo che si dia inizio all’azione penale contro chiunque risulti concorrente di tutti i reati perseguibili e cioè della pubblicazione e distribuzione delle foto .
Quello che è successo oggi è estremamente grave. Diletta ha subito una gravissima violazione della privacy, è molto amareggiata ma nello stesso tempo indignata e pronta a gestire questa vicenda. Il suo pensiero è rivolto a ragazze più giovani, magari meno solide, cercando di condividere la sua esperienza sul fatto che chiunque distribuisce con leggerezza una foto privata magari di un amico, di una fidanzata o di una ex senza chiedere il suo consenso commette un reato. Questo è ciò che tutti i ragazzi devono avere bene in mente perché una condivisione su WhatsApp o sui social, che non hanno sistemi di controllo dei materiali che transitano su di loro, diventa incontrollabile e senza possibilità di ritorno. E che la denuncia alla Polizia di Stato è la prima cosa da fare”.
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