CORINALDO – Qualcuno ha usato lo spray al peperoncino per rubare una catenina: sarebbe questo il (futilissimo) pretesto che è costato la vita a 6 persone alla discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo (Ancona), al dj set cui avrebbe dovuto partecipare Sfera Ebbasta. E’ quanto afferma il dj del locale, Marco Cecchini, che è anche il figlio di uno dei gestori. L’episodio è stato raccontato dalla vittima della rapina allo stesso dj poco prima che scoppiasse il panico nel locale.
“Stavo fumando nella sala di sotto, con la porta di emergenza aperta – racconta Marco Cecchini -. Ad un certo punto è arrivato un ragazzo dalla sala fumatori e mi ha detto: ‘Marco, mi hanno rubato la catenina’. Io gli ho chiesto chi era stato e lui mi ha risposto ‘non lo so, era un ragazzo che ha spruzzato uno spray al peperoncino’.”
I due, racconta ancora il dj, decidono di andare a cercare di rintracciare il ragazzo ma proprio in quel momento esplode il panico. “Faccio un passo in avanti – sono le parole di Marco – e vedo tutta quella gente che usciva, le prime file sono riuscite a scendere senza problemi poi qualcuno, forse uno che non conosceva il locale, non ha visto le scalette alla fine della rampa ed è caduto, provocando l’effetto domino”.
Secondo Marco “nessun buttafuori” ha fermato i ragazzi che scappavano. E allora perché si è creato quel blocco? “Non lo so, non l’ho capito. C’è un video – dice – ripreso dalla consolle in cui si vede che tutta la parte in fondo della pista si muove verso l’esterno seguendo solo quella via lì e non capisco perché, forse il panico, forse perché non vedeva bene. Ma nessun buttafuori li bloccava, io ero lì sotto e ho visto, ho raccolto gli occhiali ad un ragazzo e abbiamo tirato fuori delle persone”.
Il dj è intervenuto anche sulla questione del numero dei biglietti venduti e dei presenti nel locale al momento della tragedia: “Ho fatto 40-50 serate in quel posto e sinceramente non c’era tanta gente. Ad occhio forse 800-900 persone, ma erano aperte tutte e tre le sale”.
“Lavoro lì da 4 anni e per me quello che è accaduto è una tragedia, una sconfitta – dice Marco – Sono molto dispiaciuto, io faccio ballare tanti giovani e quella è casa mia”. Il ragazzo non sa dire quanti biglietti siano stati venduti né quanti ne siano stati staccati. “Io sono arrivato tardi – dice – e comunque quando è successo il fatto, verso mezzanotte e mezza, mezzanotte e quaranta la gente secondo me non era tanta”. Marco è invece sicuro che tutte e tre le sale fossero aperte.
“Qualcuno dice che era chiusa una sala ma io ti posso assicurare che erano aperte perché quando è scoppiato il panico io ero nella sala di sotto, stavo fumando una sigaretta, e c’era già un dj che suonava, un mio amico”.
Marco sa che il padre finirà probabilmente nel registro degli indagati. “Non riesce a farsi una ragione di quello che è successo – dice il dj – in questi anni non è mai successa una cosa del genere e il servizio sicurezza ha lavorato sempre bene. Penso che mio padre non c’entri nulla ma è giusto che si facciano le indagini e vedremo come va a finire”.