Firenze, giallo delle valigie: arrestata la fidanzata del figlio della coppia di albanesi morti Firenze, giallo delle valigie: arrestata la fidanzata del figlio della coppia di albanesi morti

Dito di Shpetim Pasho tra i cadaveri ritrovati a Firenze: la quarta valigia, il figlio evaso dal carcere…

E’ di Shpetim Pasho uno dei cadaveri in valigia a Firenze. Un dito tra i resti trovati fuori dal carcere di Sollicciano appartiene a lui. Tutto quindi lascia supporre che l’altro cadavere sia della moglie Teuta

Ma il mistero dei resti saponificati è ancora lontano dall’essere sbrogliato. Infatti oggi è spuntata una quarta valigia. Inoltre ora viene fuori che il figlio della coppia è evaso dal carcere di Sollicciano. Evaso nel 2016. I suoi genitori sono scomparsi nel 2015. Dunque bisogna attendere gli sviluppi per questo caso che la stampa toscana ha già etichettato come “nuovo mostro di Firenze“.

L’impronta del dito di Shpetim Pasho

L’impronta di un dito del cadavere dell’uomo apparterrebbe a Shpetim Pasho. Si tratta dei resti che sono stati trovati, insieme a quelle di una donna, nelle valigie abbandonate in un campo tra il carcere di Firenze e la superstrada Fi-Pi-Li.

Pasho, albanese, è scomparso con la moglie nel 2015 in Toscana. Secondo il Ris di Roma tutti i punti rilevabili sull’impronta di un dito di un mano corrispondono alle impronte dattiloscopische di Shpetim Pasho.

Cadaveri di Firenze: trovata una quarta valigia

Trovata una quarta valigia nella zona di Firenze, tra il carcere e la Fi-Pi-Li. Proprio là dove erano state ritrovate le prime tre con resti umani. Il contenuto, riferiscono i carabinieri, è da esaminare.

Il figlio di Shpetim e Teuta Pasho è evaso nel 2016 

Risulta ai carabinieri irreperibile dal 2016, dopo un’evasione, il figlio Shpetim e Teuta Pasho. Il figlio della coppia era in carcere per reati di droga. Poi, secondo quanto scrive l’Ansa, venne messo ai domiciliari dalla fine di ottobre del 2016. Circa 15 giorni dopo evase dai domiciliari. L’uomo deve scontare ancora quattro anni di detenzione per condanne legate a reati di stupefacenti. (Fonte Ansa)

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