Divieto di asporto dopo le 18: col nuovo Dpcm vale ancora per i bar ma non per le enoteche

Divieto di asporto dopo le 18. Un pasticcio di comunicazione ha generato un equivoco sul nuovo Dpcm. All’inizio sembrava che il divieto fosse revocato per i bar. Cioè che i bar potessero tornare a vendere bevande e cibo dopo le 18.

La notizia ha provocato la protesta dei sindaci, a nome del presidente dell’Anci, Antonio Decaro. Il sindaco di Bari si è lamentato della volontà di far ripartire la movida a discapito delle scuole. 

Per questo è stata necessaria una nota del Ministero della Salute. Che ha spiegato che ricomincia l’asporto delle enoteche, non quello dei bar.

Divieto di asporto dopo le 18: vale per i bar, non per le enoteche

A proposito delle notizie di stampa riguardanti la disciplina delle “attività dei servizi di ristorazione”, il ministero della Salute precisa che è rimasto il divieto di asporto per le attività dei bar (codice ATECO 56.3) dopo le 18.00. Viene consentito ora l’asporto solo fino alle 22.00 dalle enoteche o esercizi di commercio al dettaglio di bevande (codice ATECO 47.25). Resta, ovviamente, vietato il consumo sul posto. 

La protesta di Decaro su bar e divieto di asporto

La precisazione del Ministero è seguita alle polemiche dichiarazioni di Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Anci. “Scuole chiuse ma movida libera. Il nuovo Dpcm sembra dire esattamente questo. Con una mano si chiudono le scuole e con l’altra si elimina il divieto di asporto per tutti dopo le 18, favorendo così di fatto gli assembramenti nei luoghi della movida e nei pressi di bar e locali frequentati per lo più dai ragazzi”.

“Se si consente l’asporto di bevande e drink si favoriscono gli assembramenti. Lo abbiamo detto e ripetuto al precedente governo così come all’attuale. Anche oggi. Le uniche misure di restrizione sembrano riguardare le lezioni in presenza. Gli stessi ragazzi che il Governo dice di voler preservare dai luoghi del contagio, consentendo la sospensione delle lezioni in presenza, vengono autorizzati ad affollare i luoghi della movida.

Sinceramente così a non capire il senso delle norme non sono soltanto genitori, ragazzi e cittadini in genere, ma anche noi sindaci che rischiamo di diventare solo il bersaglio delle richieste di fare controlli senza averne neanche la competenza. Ci aspettiamo quantomeno una spiegazione visto che nessun componente dell’esecutivo presente oggi nella cabina di regia ha sollevato l’argomento né ha parlato di questa norma di liberalizzazione dell’asporto che si stava pensando di introdurre”, aveva concluso il numero uno dell’Anci.

Nuovo Dpcm 2 marzo: allegati in PDF con Codice Ateco

Nuovo Dpcm 2 marzo: allegati con Codici ATECO in PDF.

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