Dj Fabo, per il gip Marco Cappato va processo lo stesso. I pm avevano chiesto archiviazione

Dj Fabo, per il gip Marco Cappato va processo lo stesso. I pm avevano chiesto archiviazione
Dj Fabo, per il gip Marco Cappato va processo lo stesso. I pm avevano chiesto archiviazione

MILANO – A maggio scorso i pm avevano chiesto l’archiviazione, ma per il gip di Milano Luigi Gargiulo, Marco Cappato è da processare comunque. Il giudice per le indagini preliminari ha quindi disposto l’imputazione coatta per l’esponente dei Radicali “reo” di aver accompagnato Dj Fabo in una clinica in Svizzera, dove si è sottoposto al suicidio assistito.

La Procura dovrà quindi chiedere il rinvio a giudizio di Cappato che è accusato di aiuto al suicidio. A maggio le pm Tiziana Siciliano e Sara Arduini, titolari delle indagini, avevano chiesto al gip Gargiulo l’archiviazione, ritenendo che Cappato non avesse commesso reati ma semplicemente aiutato una persona ad esercitare un diritto individuale e cioè il diritto alla dignità e, quindi, all’autodeterminazione che, in questo caso, prevale sul diritto alla vita.

Inoltre i pm nella loro istanza di archiviazione avevano proposto di interpellare la Corte Costituzionale sulla compatibilità della norma “con i principi fondamentali di dignità della persona umana e di libertà dell’individuo, garantiti tanto dalla Costituzione italiana quanto dalla convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali”.

Il giudice però, invece di decidere sull’istanza inoltrata dalla Procura, ha convocato le parti per giovedì scorso, giorno in cui sia accusa che difesa hanno di nuovo proposto la richiesta di archiviazione e in alternativa di eccepire l’illegittimità dell’articolo 580 del codice penale che riguarda l’istigazione o l’aiuto al suicidio, reato di cui risponde Cappato.

Oggi, lunedì 10 luglio, è arrivata la decisione del gip di ordinare ai pm di formulare il capo di imputazione in vista del processo per l’esponente radicale.

“Il processo sarà un’occasione per processare una legge sbagliata dell’era fascista“, ha commentato Cappato, che proprio con tali intenzioni si era auto denunciato in procura al ritorno dalla Svizzera. “Esprimo tutto il mio rispetto per la scelta del Giudice per le indagini preliminari”, ha aggiunto.

“Quando ho accettato la richiesta di Fabo, sapevo di andare incontro al rischio di essere processato, così come lo sanno Mina Welby e Gustavo Fraticelli per le altre persone che abbiamo aiutato e continuiamo ad aiutare – ha spiegato Cappato – Il processo sarà l’occasione per difendere il rispetto della libera e consapevole scelta di Fabo di interrompere una condizione di sofferenza insopportabile”.

“Sarà anche l’occasione per processare una legge approvata in epoca fascista che, nel nome di un concetto astratto e ideologico di vita, è disposta a sacrificare e calpestare le vite delle singole persone in carne ed ossa – ha aggiunto il tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni – Nel frattempo, l’azione di disobbedienza civile che portiamo avanti dal sito soseutanasia.it prosegue, fino a quando il Parlamento non avrà avuto il coraggio di decidere sulla nostra proposta di legge di iniziativa popolare depositata ormai quattro anni fa. Purtroppo, devo constatare che persino sul testamento biologico la politica ufficiale è incapace di assumersi le proprie responsabilità”.

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