MILANO – “Per quest’uomo qualunque motivo è buono per far del male. Signori quest’uomo si commenta da solo”. E’ quanto ha scritto, riporta l’Ansa, sul suo profilo personale di Facebook Domenica Ferrulli, figlia di Michele, il manovale che il 30 giugno 2011 morì a Milano per un arresto cardiaco mentre quattro poliziotti lo stavano ammanettando, facendo riferimento a Roberto Mandolini, uno dei carabinieri indagati nell’inchiesta ‘bis’ sulla morte di Stefano Cucchi.
Domenica Ferrulli, infatti, ha pubblicato sulla sua pagina Fb uno ‘screenshot’ nel quale si legge che Mandolini il primo ottobre 2014, giorno in cui vennero depositate le motivazioni dell’assoluzione dei 4 poliziotti per la morte di Michele Ferrulli, avrebbe scritto: “Chi è causa dei suoi mali … pianga se stesso …!!! Alle 20.00 si cena a casa e in famiglia e non si sta a schiamazzare ubriachi sotto le case della gente”. Sopra lo screenshot, le parole di Domenica Ferrulli: “Quest’uomo è indagato per falsa testimonianza sul processo di Stefano Cucchi, vedo che per quest’uomo qualunque motivo è buono per far del male. Signori quest’uomo si commenta da solo. Forza Ilaria Cucchi, Lucia Uva“.
Ieri la sorella di Giuseppe Uva, morto in ospedale nel 2008 a Varese dopo essere stato fermato da poliziotti e carabinieri e portato in caserma, aveva imitato quanto fatto da Stefania Cucchi postando l’immagine di un agente imputato nel processo per la morte del fratello. Nel suo profilo, tra l’altro, Domenica Ferrulli ha anche pubblicato altri ‘screenshot’ relativi ad un ‘botta e risposta’ che avrebbe avuto sul social network con Mandolini.
Negli ‘screenshot’ pubblicati da Domenica Ferrulli su Fb si legge che Mandolini, tra le altre cose, ha scritto: “Mi dispiace per suo padre, non entro nel merito delle sue scelte e delle sue compagnie, non sta a me giudicare, soprattutto perché anche io sono orfano, ma mio padre la sera lo ricordo sempre a casa con la famiglia dopo aver lavorato 10 ore in fabbrica per non farci mancare nulla, non lo ricordo mai ubriaco e non l’ho visto mai urlare in mezzo alla strada”.
E la figlia del manovale morto ha replicato scrivendo, tra le altre cose, che “mio padre non era ubriaco ma brillo, lo dicono le carte processuali. Non ci sono video agli atti che mostrano mio padre aggressivo (…) la prossima volta che decide di infangare il nome di mio padre, ci pensi e legga le carte processuali”. Domenica Ferrulli poi, sul suo profilo e sempre riferendosi alle parole del carabiniere scrive: “Questa è la loro mentalità, senza conoscere, senza sapere, l’unica cosa che conta è difendere l’operato dei propri colleghi. La divisa va onorata, tutti coloro che sbagliano devono lasciarla. Verità e giustizia per le vittime dello Stato”.
Il prossimo 13 gennaio davanti alla Corte d’Assise d’appello di Milano si aprirà il processo di secondo grado a carico dei 4 poliziotti assolti in primo grado nel luglio 2014 dalle accuse di omicidio preterintenzionale e falso in atto pubblico. A impugnare la sentenza di primo grado sono stati il pm di Milano Gaetano Ruta, che aveva chiesto condanne a 7 anni di carcere per gli agenti, e i familiari di Ferrulli, parti civili nel procedimento.