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Domenico Maurantonio, mamma Antonia Comin su Fb: “Affidato a scuola, torna morto”

di admin |14 Maggio 2015 10:08

Domenico Maurantonio, mamma Antonia Comin su Fb: “Affidato a scuola, torna morto”

MILANO – Antonia Comin, la mamma di Domenico Maurantonio morto a 19 anni durante una gita a Milano, affida a Facebook tutto il suo dolore. “L’ho affidato alla scuola, torna il cadavere”, scrive la donna su Facebook per questo suo unico figlio morto “solo e nell’indifferenza”.

La donna, scrive Andrea Galli sul Corriere della Sera, insegna nel liceo di padova in cui anche il figlio studiava e a Facebook affida il suo dolore e il suo rammarico:

“Di lei dicono sia un’ottima professoressa. Preparata e attenta. Con una particolare abilità nell’ascoltare i giovani. Nel mettersi a disposizione. «L’ho affidato per un’uscita con pernottamento. Mi verrà consegnato, cadavere tra alcuni giorni». Oggi i genitori potranno riavere il corpo. Aveva 19 anni, Domenico Maurantonio. Vent’anni, contando il tempo della gravidanza, punto saldo nell’angosciante, orgoglioso conteggio della mamma. «Ho trascorso questi ultimi vent’anni amandolo, curandolo, ascoltandolo, condividendo con lui le sue conquiste, le sue gioie, i suoi insuccessi; sostenendolo e costruendo con lui ogni momento, perché acquisisse solide radici ma anche valide ali per volare».

Da Milano, non è ancora tornato. La caduta dal quinto piano dell’hotel. L’autopsia. «L’hanno lasciato morire, solo e nell’indifferenza generale. Non ci sono lacrime né parole che possano esprimere il vuoto, la privazione, l’assurdità di tutto, il silenzio innaturale, il dolore». Antonia Comin l’aveva detto da subito: «Il mio Domenico non si è tolto la vita. Era sereno, felice. Aveva mille passioni».

La Procura ha escluso l’incidente e la madre non crede nel suicidio, ma del fatto che nessuno lo abbia aiutato non si dà pace:

“«Grazie a voi tutti. Se fosse rimasto a casa, sarebbe vivo. Avremmo chiamato l’ambulanza…». Tre puntini di sospensione. Se Domenico non ha deciso di uccidersi, se Domenico ha quei segni sulle braccia lasciati da qualcuno che l’ha afferrato, ha perso la presa, è fuggito e non ha dato l’allarme, allora c’è chi mente. Anna aspetta. O forse no. «Io attendo di poter raccogliere dei pietosi resti. È meglio che non trovi parole» “.

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