Don Andrea Contin, il vescovo ai fedeli: “Mi vergogno”

Don Andrea Contin, il vescovo ai fedeli: "Mi vergogno"
Don Andrea Contin, il vescovo ai fedeli: “Mi vergogno”

PADOVA – “Mi vergogno, e vorrei chiedere io stesso perdono per quelli che hanno attentato alla credibilità del nostro predicare”. Così il vescovo di Padova, monsignor Claudio Cipolla, ha chiesto scusa ai parrocchiani della chiesa di San Lazzaro, travolta dallo scandalo a luci rosse che porta il nome di don Andrea Contin.

In una lettera rivolta ai fedeli monsignor Cipolla ha preso le distanze dai racconti imbarazzanti che da settimane riempiono le pagine della cronaca locale e non solo. Storie di numerose amanti, presunte 0rge in canonica con altri preti del circondario e con tanto di filmini, ipotetici scambi di coppia in Croazia e un armamentario er0tico chiuso nella stanza all’ultimo piano. A denunciare l’ex parroco, ora indagato per violenza e sfruttamento della prostituzione è stata l’amante prediletta di Don Contin, dalla cui denuncia sono scaturite le indagini.

Monsignor Cipolla, riporta il Secolo XIX attacca i giornali che “Si gloriano di aver bucato lo schermo a livello internazionale”. Ma si scusa coi fedeli. Poi ordina ai suoi preti di tacere e di “verificare” i loro comportamenti “soprattutto nel campo della vita affettiva, sessuale e della gestione dei soldi”.

Scrive Alberto Mattioli sul Secolo XIX:

Ecco, i soldi. Sono l’ultimo fronte dell’inchiesta. Don Contin non fa solo una vita dissoluta, ma anche dispendiosa. Si concede weekend al mare e cene in ristoranti stellari. Affitta per mille euro un balcone con vista sul Palio di Siena. Va con l’amante a Cap d’Agde, la terra promessa degli scambisti in Costa azzurra. Sfreccia a bordo di una Jaguar rossa da 70 mila euro quando, lontano da Padova, si dà alla pazza gioia spacciandosi per avvocato, la sua professione prima della vocazione. Troppo per i suoi 1050 euro mensili di stipendio. Adesso si indaga sui cinque conti correnti dei quali aveva la firma e sui bilanci di Casa Michelino, il centro diurno per anziani che gestiva, un’onlus che gode di sovvenzioni pubbliche, tanto che la Regione ha avviato un’inchiesta.

Mentre i cattolicissimi padovani, tra lo scandalizzato e il faceto, hanno reagito così:

Davanti a San Lazzaro, chiesona di periferia fra dignitose villette e orride sopraelevate, un’anziana parrocchiana è indignata: «Tutte calunnie di voi giornalisti, don Contin è una bravissima persona, ci metterei la mano sul fuoco». L’aspirante Giovanna d’Arco sarà un po’ ottimista, ma al bar accanto confermano che il reverendo era popolare e benvoluto: «Molto colto, molto intelligente, faceva delle ottime prediche». Ancora più plebiscitario il consenso per Cavazzana. Il sindaco di Rovolon, Maria Elena Sinigaglia, dichiara al «Corriere del Veneto» che «don Roberto ha ben operato e i cittadini hanno manifestato soddisfazione e affetto nei suoi confronti». Qualche cittadina, ancora di più.

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