Don Evaldo: “Diedi i soldi a Anemone solo una volta, non c’è alcun tesoro”

Don Evaldo Biasini

«Adesso basta con questa storia del tesoro. È vero, glieli ho dati i soldi a Diego, ma erano suoi. E poi è successo solo quella volta della telefonata che hanno registrato». Don Evaldo Biasini, economo della Congregazione dei missionari del Preziosissimo sangue di Gesù, ammette di aver dato 50 mila euro all’imprenditore Diego Anemone, ma precisa di non sapere a che cosa servisse quel denaro.

«Io non c’ho nessuna cassaforte, niente di segreto», dice Don Evando in un colloquio telefonico con il Corriere della Sera. «Sono venuti i carabinieri e ho consegnato alcuni assegni circolari, intestati a una signora che non c’entra niente con questa storia». «Faranno le indagini e scopriranno la verità. Vedranno che io a Diego gli davo i soldi perchè lui faceva lavori per noi, quindi sono suoi e poteva usarli come voleva, io non dovevo certamente chiedere spiegazioni», afferma.

Don Evaldo, ora in missione in Tanzania, ricostruisce i rapporti con Anemone: «Lo conosco da tanti anni. Era il 1984 quando suo nonno ha cominciato a occuparsi delle ristrutturazioni e dopo è stato suo padre, alla fine è arrivato lui». Anemone «mi aveva detto: non mi pagare, quando ho bisogno mi fai degli anticipi. Per questo gli ho dato quei 50 mila euro e gliene devo dare anche altri. Diego – spiega – aveva ristrutturato un’intera palazzina della Congregazione che si trova ad Anagni e ancora deve prendere tutti i soldi. Abbiamo almeno 100 mila euro da versargli. Lui preferiva così»

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