GENOVA – Un lungo applauso e le note di ‘Bella ciao’ hanno salutato il feretro di don Andrea Gallo mentre lasciava la chiesa di San Benedetto al Porto, per essere trasferito alla Chiesa del Carmine per il funerale, celebrato dall’arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco, e da don Luigi Ciotti. Ma proprio per il cardinale e presidente della Cei ci sono stati fischi dai presenti al corteo.
Bagnasco è stato anche costretto ad interrompere l’omelia, quando dall’esterno della chiesa si è levato il canto di ‘Bella ciao‘, che ha coinvolto anche i presenti in chiesa che si sono messi ad applaudire. E’ intervenuta la segretaria di don Andrea, signora Lilli, per farli smettere: ”Così mancate di rispetto allo stesso Gallo. Lui ha sempre creduto nella Chiesa”. Bagnasco ha ripreso.
Poi è intervenuta, nelle letture, Vladimir Luxuria. Visibilmente commossa ha letto: ”’Grazie per averci fatto sentire figlie di Dio”. Anche le sue parole sono state accolte con un applauso.
CORTEO FUNEBRE – Almeno seimila le persone che hanno partecipato al corteo funebre. Tra i tanti, presenti, il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, il sindaco di Genova, Marco Doria, vicino al portavoce della Comunità, Domenico Chionetti, Dori Ghezzi accanto al segretario della Fiom, Maurizio Landini, i giornalisti Antonio Padellaro e Gad Lerner, gli allenatori di ieri e di oggi del Genoa Davide Ballardini e Giampiero Gasperini, il segretario di Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero.
Esposti striscioni della Federazione Anarchica, della Fossa dei Grifoni. Il feretro è entrato in chiesa seguito dai ‘pulcini’ del Genoa (leva calcistica 2004), allenati da Paolo Gallo, nipote del sacerdote. Sul feretro di Don Gallo, il suo cappello, la sua sciarpa rossa, la bandiera della pace.
Molto ragazzi della comunità di San Benedetto che partecipano all’organizzazione della cerimonia, indossano magliette rosse con questa scritta: ”Dimmi chi escludi e ti dirò chi sei”.
Presente anche Moni Ovadia, al quale spetta il compito dell’orazione funebre.”Io sono ebreo e agnostico, ha detto, ma sono convinto che don Gallo risorgerà. Ho attraversato a braccetto con lui una buona parte della mia vita e posso dire lui incarnava il vero spirito dell’accoglienza”.
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