VICENZA – Se ti fai cremare niente funerale. Questa in sintesi la posizione del parroco di Valdagno Don Livio Dinello che nel bollettino parrocchiale ha comunicato ai fedeli che il funerale potrebbe non essere celebrato per i defunti le cui ceneri saranno disperse. Dopo la cremazione, si legge nel bollettino, “la Chiesa invita a portare sempre i cari defunti nei cimiteri. In caso contrario si potrebbe rifiutare la liturgia funebre”. Il monito non è passato inosservato ai cittadini di Valdagno. La decisione, infatti, ha scatenato un acceso dibattico politico.
Don Livio in sua discolpa: “Ho solo reso noto un orientamento che è emerso a livello vicariale. Una parte della Chiesa opta per la soluzione più estrema”. “Inconcepibile” la replica del capogruppo Pdl Vittorio Vencato. Anche la Lega si mostra sbalordita. Ma c’è anche chi come il sindaco Alberto Neri che ritiene che “il pensiero della Chiesa sia un problema tra il singolo e l’istituzione ecclesiastica”.
Vencatto incalza: “Potrebbe essere controproducente, perché il fedele potrebbe arrivare al punto di mentire, sostenendo di conservare l’urna in cimitero, pur di veder celebrato il funerale del proprio caro estinto.
Queste le altre reazioni, tutte più o meno sbalordite, riportate dal Giornale di Vicenza:
Per Carlo Fongaro della Lega nord «vietare ed estremizzare è assurdo. È inaudito non tener conto di volontà personali ». Rimane basito Eliseo Fioraso di “Scegli Valdagno e guarda avanti”: «Negare il rito funebre se si decide lo spargimento in luogo pubblico sarebbe un atto gravissimo – spiega – Credo che una posizione di tal genere da parte della Chiesa crei un conflitto di coscienza in chi, credente, volesse comunque tenere le ceneri del proprio caro in casa». Per Fernando Manfron della lista civica Valdagno «rifiutare il sacramento sarebbe fuori luogo anche moralmente». Mentre Franco Visonà del Pd-Italia dei valori e Loredana Reniero di “PerValdagno” ritengono la questione «troppo delicata e legata a scelte del singolo per poter prendere posizione politicamente».