Don Verzè chiese aiuto a Pollari. Che comprò una villa a basso costo…

Pubblicato il 28 Novembre 2011 - 11:16 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Secondo i verbali pubblicati dal Corriere della Sera, Don Luigi Verzè, fondatore del San Raffaele di Milano, era in contatto con Niccolò Pollari, ex capo del Sismi finito in passato in più di un’inchiesta. Secondo le carte dell’inchiesta, Don Verzè ha parlato con Nicolò Pollari, l’allora direttore dei servizi segreti militari (Sismi), “delle difficoltà politiche dell’amico comune Silvio Berlusconi, della scalata alla Bnl e dei controlli fatti su Stefano Ricucci a favore di Sergio Billè”.

Nell’articolo del Corriere, scritto da Mario Gerevini e Simona Ravizza, il 13 gennaio 2006quando alle 11,32 “nell’ufficio di presidenza del San Raffaele entra l’ingegnere Roma (capo dell’ufficio tecnico, ndr) al quale don Verzé anticipa che farà venire la Guardia di finanza per fare i verbali a coloro che giocano a calcio presso gli impianti sportivi vicini al San Raffaele che lo stesso don Verzé vuole acquisire ma che uno dei titolari, tale Lomazzi, non vuole cedere”. Di questo argomento, scrive il Corriere, Don Verzè avrebbe parlato con l’ingegner Roma.

E a questo punto, secondo il Corriere, entra in gioco Pollari: “Passa un’oretta ed «entra in studio tale dott. Pollari». Cioè Nicolò Pollari, generale della Guardia di finanza, in quel momento anche direttore del Sismi, i servizi segreti militari, «finito sotto processo per il sequestro di Abu Omar» e attività di «dossieraggio», oggi consigliere di Stato. Da poco Pollari, come ha documentato il Fatto, aveva acquistato una villa a Roma dal San Raffaele pagandola (500 mila euro) la metà dei soldi sborsati anni prima da don Verzé”.

Don Verzé e Pollari, scrivono i giornalisti del Corriere, “parlano di politica e a proposito di Berlusconi (in quel momento capo di un governo agli sgoccioli) «Pollari confida a don Verzé che sono momenti difficilissimi», che «lui è preso da molti problemi e la misura della sua buona fede io la valuto … prima di tutto perché gli voglio bene». «Don Verzé dice: ‘È travolto dal suo entusiasmo … lui adesso purtroppo si è lasciato andare ..un pochettino eh eh … per correttezza morale… però tiene molto alla famiglia’. Pollari: ‘sì qualche giro di valzer …». La conversazione scivola sulle scalate bancarie, tema caldissimo in quell’inizio 2006. I due hanno parlato di Sergio Billé, ex presidente della Confcommercio. «È un amico» ha detto il capo del Sismi. «Sto cercando di difenderlo in tutti i modi … la storia di Ricucci… posso dirti la verità… Billè è stato informato… puntualmente sulla vicenda di Ricucci almeno da un anno e mezzo».

Poi, prosegue il Corriere “don Verzé chiede un aiuto a Pollari per mandare la Gdf da Lomazzi in modo che lo stesso Lomazzi possa cedere una parte del terreno per costruire un residence per studenti. Poi si salutano e Pollari dice che si interverrà su Letta per il finanziamento sulla ricerca …”.

Marco Lillo sul Fatto Quotidiano ricostruisce un’altra connessione tra Don Verzè e Pollari: il San Raffaele avrebbe infatti venduto delle ville “a prezzi esorbitanti” al ministero della Salute. Delle tre ville vendute, scvrive Lillo,  due sarebbero rimaste disabitate, mentre una terza sarebbe stata a sua volta venduta a Pollari a prezzo “di favore”.

Il villino Anselmo, prosegue Lillo, “ora villa Pollari, era stato comprato per 1, 2 milioni di euro dal San Raffaele nel 18 luglio 1994 e svenduto a Pollari 11 anni dopo a 500 mila euro. L’ex capo del Sismi giustificò il prezzo ridicolo per 27 vani catastali con una perizia che attestava lo stato fatiscente. Ma i consulenti di Deloitte scrivono: “Risultano disponibili tre perizie di valutazione”. L’ultima è quella dell’architetto Munari “che stimava il villino in data 22 luglio 2005 in prossimità della cessione in euro 498 mila”, ma prima ce n’erano altre due. Nel dicembre 2003 l’architetto Moauro stimava il valore dell’immobile in 2, 1 milioni. Pollari giustificò il prezzo basso con la necessità dei lavori. Ma i consulenti annotano che nella terza valutazione, fatta dall’Ufficio del territorio su richiesta dell’Ifo, il prezzo era ridotto proprio “in ragione dei costi stimati di ristrutturazione a 1, 4 milioni di euro”. Non solo: “E’ stata rinvenuta una comunicazione datata 11 febbraio 2004 indirizzata dall’amministratore della Fondazione San Raffaele Mario Cal all’agenzia del territorio, nella quale Cal sosteneva che la perizia da 1, 4 milioni meritava di essere rivista in ragione del trend di forte incremento dei valori immobiliari”.