Doping a Torino, gli arrestati: "Così mi drogavo"

TORINO, 24 SET – ''Non volevo essere da meno degli altri'': si e' giustificato cosi', davanti al giudice, uno dei ciclisti dilettanti che ieri, a Torino, sono stati arrestati in un'inchiesta sulla diffusione del doping nello sport amatoriale.

Alcune delle otto persone finite in carcere sono comparse a Palazzo di Giustizia per l'interrogatorio di garanzia e la maggior parte ha ammesso gli episodi contestati.

Il gip Giuseppe Salerno e il pm Gianfranco Colace hanno potuto ascoltare racconti che illustrano un'abitudine molto diffusa tra i pedalatori della domenica: ''Mi dopavo perche' cosi' andavo piu' forte'', ha spiegato uno degli indagati, operaio in una ditta di telefonia.

Ad essere falcidiata dalla raffica di ordinanze di custodia cautelare e' la Miccoli, squadra amatoriale tra le piu' competitive e conosciute del Piemonte. In carcere e' finito anche lo sponsor, l'imprenditore torinese Marco Ceresa, ciclista lui stesso: ''Sono finito in questo giro e mi sono fatto prendere dalla voglia di vincere. Ma non ho mai venduto sostanze a nessuno''.

E parlare di ''sistema Miccoli'', come si e' tentati di fare, sembra improprio: una delle persone interrogate stamani ha ammesso che aveva cominciato a doparsi molto prima di essere tesserato per la squadra. I corridori si sottoponevano a veri e propri cicli di Epo, ognuno dei quali costava dai 500 ai 600 euro.

Servivano per non sentire la fatica durante l'allenamento – aumentando cosi' la quantita' di chilometri percorsi – e per accelerare i tempi di recupero. Tra gli arrestati c'e' chi ha detto che riusciva a coprire, nel corso di un anno, 18 mila chilometri, e chi ha spiegato che l'acquisto dei medicinali vietati arrivava a spendere tremila euro.

Un indagato, descritto come ''uno che prima di doparsi riusciva a stento a restare nel gruppo'', ad un certo punto ha cominciato a collezionare vittorie, raggiungendo quota quaranta. Gli avvocati difensori (Paolo Pacciani, Gianluca Giaraffo, Domenico Peila, Andrea e Michele Galasso) hanno chiesto la revoca o un'attenuazione della misura cautelare.

Nel corso dell'udienza e' stato affrontato anche il capitolo culturismo con interrogatorio di Gianfranco Fiume, boby builder di fama internazionale. ''Ha risposto a tutte le domande – spiega il suo legale, Ombretta Gatti – e si e' messo a disposizione per chiarire ogni profilo della vicenda. Ma non si deve parlare di confessione: il termine non corrisponde al contenuto delle dichiarazioni rese dal mio assistito''.

Lunedi' verranno ascoltate le persone finite agli arresti domiciliari. In Procura c'e' molta attesa per i verbali di Davide Posca, noto nell'ambiente come ''il farmacista'', che verra' interrogato a Pavia per rogatoria.

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