Doping, Vittorio Emanuele Bianchi Doping, Vittorio Emanuele Bianchi

Doping, annullata radiazione a vita del dottor Bianchi: fu condannato per Anabolandia e Life Style

Doping, Vittorio Emanuele Bianchi
Foto archivio ANSA

ROMA – La radiazione a vita dall’albo dei medici di Vittorio Emanuele Bianchi è stata annullata dalla sentenza della Cassazione del 5 settembre. Il medico sportivo, condannato per doping nell’ambito dell’inchiesta Anabolandia del 2011 e finito sotto osservazione per l’inchiesta Life Style del 2017, ora dovrà sottoporsi a un nuovo giudizio davanti al giudice deontologico dei medici, che dovrà riunirsi senza i componenti designati dal Ministero della Sanità.

Bianchi, finito agli arresti domiciliari, era stato bandito anche dal Wada, l’Agenzia mondiale antidoping, insieme a 114 medici “infrequentabili” tra i quali 61 italiani, il 54%. In particolare, i giudici a seguito della sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato fuorilegge l’ingerenza da parte del ‘Consiglio Superiore di Sanità’ nella nomina di componenti ministeriali nella ‘Commissione centrale per gli esercenti le professioni sanitarie’, ha accolto il reclamo di Bianchi contro la radiazione inflittagli nel 2018 dalla ‘Commissione’ composta con i vecchi criteri.

Dopo il verdetto della Cassazione, era intervenuto anche il Consiglio di Stato che con sentenza del sei febbraio 2018 aveva annullato il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 dicembre 2016 “nella parte in cui ha previsto la nomina da parte del Consiglio Superiore di Sanità dei componenti di derivazione ministeriale all’interno della Commissione Centrale per gli esercenti le professioni sanitarie”, “per l’assenza di indipendenza”.

Nella sentenza della Cassazione del 5 settembre si legge: “La mancanza di indipendenza e imparzialità pur se riferibile solo ad alcuni dei componenti, si trasferisce all’organo, con conseguente nullità della decisione assunta dalla Commissione”. Pertanto ai giudici non è rimasta altra scelta che “cassare con rinvio” la radiazione a vita del dottor Bianchi in quanto “emessa da organo la cui composizione è stata dichiarata non conforme a Costituzione”, e ricordare alla ‘Commissione centrale’ “l’obbligo di deliberare in altra composizione”.

I giudici della Cassazione hanno concluso richiamando la Commissione ad attenersi ai verdetti: “E’ appena il caso di soggiungere che ove la nuova composizione non fosse tale da assicurare il precetto imposto dalla Corte Costituzionale gli atti potrebbero essere soggetti a nuova rimessione al Giudice delle leggi”. (Fonte ANSA)

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