Dopo il vento, l’acqua. In Sardegna anche gli appalti idrici finiscono nel mirino della Procura di Roma.

Pubblicato il 11 Maggio 2010 - 11:26 OLTRE 6 MESI FA

Lavori nelle condotte idriche

Anche Franco Piga, commissario dell’Autorità d’ambito della Sardegna, è indagato. La Procura di Roma ha infatti consegnato l’avviso di garanzia al numero uno dell’ente che sovrintende al sistema di gestione degli appalti delle reti idriche in Sardegna. Il suo coinvolgimento è emerso dalle intercettazioni effettuate dai Ros e dalle perquisizioni fatte nella sede dell’organismo, nell’abitazione privata del commissario e negli uffici dell’assessorato regionale all’Urbanistica.

Gli inquirenti vogliono capire come mai l’Autorità, che ha a disposizione 412 milioni di euro, frutto di finanziamenti europei e regionali, ha finora bloccato ogni gara, ben sapendo che, se i soldi non fossero stati spesi, i finanziamenti si sarebbero fortemente ridotti nei prossimi anni.

Sembra che intorno a questa somma, sulla scia di quanto avvenuto nel settore eolico, ci fossero molti interessi in campo. Le intercettazioni proverebbero che uno degli indagati per le concessioni degli impianti eolici in Sardegna abbia parlato in maniera esplicita della necessità di impadronirsi della grande torta degli appalti per il rinnovamento completo della rete idrica colabrodo isolana.

Franco Piga fu nominato commissario dell’Ato il 24 marzo del 2009, cinque giorni dopo l’insediamento della Giunta regionale presieduta da Ugo Cappellacci. Subentrò a Gigi Piano, nominato dalla Giunta Soru il 20 ottobre del 2008, che ha ricoperto l’incarico sia di presidente che di commissario dell’ente.

Cappellacci decise di nominare Piga commissario perché dovevano essere spesi entro il 31 dicembre 2010 i 412 milioni di euro a disposizione dell’Autorità. Ma a più un anno di distanza non è mai stato pubblicato alcun bando.

Cosa sarebbe successo se la Procura di Roma non fosse intervenuta? Il mondo politico sardo si interroga su questa vicenda. Prevalgono due ipotesi. L’Autorita d’Ambito, visti i tempi strettissimi, avrebbe bandito una gara unica affidando i lavori a un general contractor a cui avrebbe affidato i lavori. Oppure, al commissario Piga sarebbero stati affidati i poteri di commissario straordinario. In entrambi i casi, la trasparenza e il controllo sarebbero venuti meno.