Doppio cognome: immigrata arrestata e espulsa, il giudice annulla

BOLOGNA – E' stato annullato dal Giudice di pace di Bologna Nicoletta Maccaferri il decreto di espulsione a carico di una donna filippina di 35 anni, madre di un bambino di 4 anni e mezzo, impiegata in un agriturismo del Bolognese, che nell'aprile 2010 era finita nei guai, e anche in carcere, per un equivoco nato dal doppio cognome, da nubile e da sposata.

La donna venne arrestata in base alla Bossi-Fini, rimessa in liberta' l'indomani mattina su decisione del stesso Pm, ma subito dopo colpita da un decreto di espulsione con accompagnamento immediato dell'ufficio immigrazione. L'avv.Cristina Gandolfo, che l'ha assistita, aveva avanzato piu' di un ricorso contro i diversi provvedimenti amministrativi che si erano incrociati determinando una situazione paradossale.

Sia la donna che il marito, sposato nel 2002, avevano e hanno un regolare lavoro e il figlioletto e' nato a Bologna. La donna, J.I., arrivo' in Italia nel 2006, quando era incinta, con un visto per cure mediche. Permesso che scadeva il giorno della nascita del bambino, il 24 agosto 2006. J.I. fece richiesta di rinnovo, ma il 5 aprile del 2007 le venne notificato un decreto di espulsione per essersi trattenuta in Italia senza aver chiesto il permesso nei termini prescritti. Il decreto le venne notificato in italiano e in inglese, due lingue poco conosciute allora dalla donna. Il suo referente italiano intanto, sia nel 2006 che nel 2007, aveva fatto richiesta di nullaosta al lavoro subordinato per la sua regolarizzazione lavorativa; di conseguenza la donna, ritornata nel giugno 2009 nelle Filippine, il 3 luglio ricevette il nullaosta con regolare visto di ingresso per l'Italia. Con questi documenti torno' a Bologna e chiese il permesso di soggiorno per motivi di lavoro.

Nella primavera 2010 ricevette una lettera dell'ufficio immigrazione per comunicazioni sul permesso di soggiorno: cosi' con il marito e il bambino ando' all'ufficio dove le spiegarono che la sua domanda di permesso non era ammissibile e seduta stante l'arrestarono.

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