Dossier illegali Telecom, Enrico Bondi a processo per falsa testimonianza

Dossier illegali Telecom, Enrico Bondi a processo per falsa testimonianza
Enrico Bondi (Foto Lapresse)

MILANO – Enrico Bondi, già commissario straordinario di Parmalat e Ilva e commissario alla Spending Review del governo Monti, è stato rinviato a giudizio per falsa testimonianza in uno dei filoni d’indagine relativi ai presunti dossier illegali di Telecom Italia. Insieme a Bondi è stato mandato a processo anche l’ex capo del personale di Telecom, Roberto Maglione. 

Il processo inizierà l’11 novembre al Tribunale di Milano. L’accusa nei confronti di Bondi e Maglione riguarda le dichiarazioni registrate nel novembre 2010 da una microspia trovata nell’auto del manager, all’epoca dei fatti amministratore delegato di Telecom Italia. 

Le dichiarazioni che hanno fatto scattare l’accusa risalgono al periodo in cui Bondi, sentito in Procura a Milano, disse di essere “assolutamente convinto che la storia della cimice non abbia avuto nessuna incidenza nella soppressione all’interno dell’azienda della posizione” del segretario generale di Telecom Italia nel 2001, Vittorio Nola. 

Secondo i pm di Milano che indagano sulla vicenda dei presunti dossier illegali, la cimice sarebbe stata messa dalle stesse persone che poi la trovarono, legate all’investigatore privato Emanuele Cipriani, indagato insieme al capo della sicurezza di Telecom Giuliano Tavaroli.

Quella mossa, è l’accusa della Procura di Milano, aveva l’obiettivo di screditare Nola per far arrivare in Telecom Tavaroli. Per l’accusa sia Bondi sia Maglione avrebbero detto il falso nel collegare l’allontanamento di Nola nel 2001 non alla “cimice” ma a una scelta aziendale per eliminare la struttura di Nola ritenuta ridondante rispetto alle esigenze organizzative.

 

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