MILANO – Marco Tronchetti Provera, attraverso un portavoce, ha sostenuto di non avere “avuto nessun ruolo nell’inchiesta sui dossier illegali di Telecom“ che ha portato a una serie di condanne in una sentenza del febbraio 2013 le cui motivazioni sono state depositate ora.
Tronchetti Provera è stato invece condannato per ricettazione a 20 mesi, con condizionale e indulto, in un altro filone della inchiesta. La sentenza è del luglio 2013 e le motivazioni non sono state ancora depositate.
Il portavoce di Tronchetti Provera, numero uno di Pirelli, ha diffuso la dichiarazione di estraneità dopo le anticipazioni di stampa sulle motivazioni della sentenza della prima Corte di Assise di Milano sulla vicenda dei dossier illegali che hanno portato, tra gli altri provvedimenti, al patteggiamento di 4 anni e 6 mesi per Giuliano Tavaroli.
Il portavoce dell’ex presidente di Telecom Italia ha detto:
“Tale conclusione chiarisce definitivamente che i vertici societari non ebbero ruolo nella vicenda: infatti, diversamente da come riportato da alcune cronache, il dottor Marco Tronchetti Provera non è mai stato processualmente coinvolto, mentre sono stati condannati gli 8 imputati”.
”È importante ricordare che il sistema Radar, l’apparecchiatura anti frode per i telefoni mobili, che ha consentito anche l’accesso anonimo ai tabulati, era presente in Tim dal 1999, ben prima quindi dell’arrivo ai vertici della società di Marco Tronchetti Provera. Desideriamo infine sottolineare, poiché citata in alcune cronache odierne, che l’unica sentenza, quella che riguarda il reato di ricettazione nella ‘vicenda Kroll’, per la quale il dottor Tronchetti ha fatto appello, si affida esclusivamente a una ‘prova logica’ fondata com’è sulle dichiarazioni di Tavaroli e senza avere alcuna evidenza fattuale”.
Le motivazioni della sentenza sono state anticipate oggi dal Corriere della Sera e da Repubblica.
Repubblica in particolare parla di ‘una Spectre di criminali’ all’interno di Telecom.