‘Ndrangheta: fermate 80 persone tra cui un colonnello dei carabinieri

Pubblicato il 2 Dicembre 2010 - 08:26 OLTRE 6 MESI FA

C’è un colonnello dei carabinieri tra le persone fermate giovedì mattina da guardia di finanza e carabinieri per l’esecuzione di una ottantina di provvedimenti disposti dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro. Si tratta di Luigi Verde, di 57 anni, in servizio a Bolzano. A confermare la notizia il comando generale dell’arma dei carabinieri. Le accuse per tutti i fermati, a vario titolo, vanno dall’associazione a delinquere di stampo mafioso, all’estorsione, traffico di droga e altro. Sono in corso sequestri di beni, per la maggior parte concentrati nel Lazio, del valore di 200 milioni di euro.

Avrebbe gestito il trasporto a Roma di una partita di cocaina da Fiumicino a Cinecittà il tenente colonnello Luigi Verde. Il quantitativo di sostanza stupefacente, secondo quanto e’ emerso dalle indagini, è stato portato da Fiumicino, dove era giunto con un volo proveniente dal Venezuela, nel quartiere Cinecittà e preso in consegna da alcuni affiliati alla ‘ndrangheta. Nell’alloggio di servizio dell’ufficiale sono stati trovati, nel momento dell’esecuzione del provvedimento di fermo, un mitra, due bombe a mano, 13 granate, una pistola, cinquecento grammi di plastico e varie campionature di esplosivo.

”Il ritrovamento dell’esplosivo e delle armi in casa di Verde – hanno detto il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, ed il procuratore aggiunto, Giuseppe Borrelli – ha rappresentato una sorpresa anche per noi. E’ chiaro che la circostanza apre adesso nuovi scenari nell’ambito dell’indagine e sara’ nostro compito adesso capire per conto di chi e perche’ Verde detenesse questo materiale”. Secondo i magistrati, inoltre, Verde, nell’acquisizione e nella detenzione delle armi e dell’esplosivo che nascondeva in casa, non si e’ avvalso di alcuna complicita’.

Nell’abitazione a Bolzano del colonnello Verde sono state trovate, secondo quanto hanno riferito investigatori e inquirenti, armi da guerra ed esplosivo. L’ufficiale, secondo quanto è emerso dalle indagini, avrebbe svolto un ruolo, in particolare, nei trasporti di droga. L’organizzazione criminale faceva capo alle cosche Muto e Chirillo della ‘ndrangheta ed aveva la sua base operativa a Cetraro (Cosenza), il paese della costa tirrenica base operativa di Muto, definito «il re del pesce». Alle persone contro le quali sono stati emessi i provvedimenti di fermo viene contestata l’associazione per delinquere di tipo mafioso finalizzata al traffico di droga ed armi. L’operazione è stata condotta, oltre che in Calabria ed in Trentino Alto Adige, in Emilia e Veneto.