Droga, giovani italiani (15-16 anni) in testa alla classifica del consumo

Droga, giovani italiani (15-16 anni) in testa alla classifica del consumo
Droga, giovani italiani (15-16 anni) in testa alla classifica del consumo

ROMA – Droga, i giovani italiani in testa alla classifica del consumo. Sia per l’uso di una sola sostanza sia per il cosiddetto “poliuso”, ovvero l’utilizzo di diversi stupefacenti. Un dato inquietante perché riguarda  i ragazzi di 15-16 anni, e soprattutto dei danni conseguenti a questo consumo: è quanto emerge da uno studio sui consumi in 38 Paesi europei tra gli adolescenti, effettuato per valutare l’efficacia delle politiche di prevenzione.

A rendere noti i risultati dello studio sono state Carla Rossi – docente all’università romana di Tor Vergata, rappresentante del Parlamento europeo presso l’Osservatorio europeo sulle droghe di Lisbona e membro del Consiglio italiano per le scienze sociali (Css) – e Sabrina Molinaro, ricercatrice del Consiglio italiano delle ricerche (Cnr).

Lo studio, elaborando dati del 2011 dello studio Espad (European School Survey Project on Alcohol and other Drugs), ha cercato di rispondere alle domande su quale percentuale di studenti tra 15 e 16 anni in 38 Paesi europei consuma una qualsiasi sostanza psicoattiva, quali sostanze e con quale frequenza vengono consumate e qual è l’impatto sulla salute. Sono stati confrontati indicatori di diffusione dell’uso della sostanza e indicatori di danni arrecati alla salute e di uso precoce.

Ciò che emerge è che l’Italia, nonostante si classifichi tra i paesi a prevalenza d’uso medio-bassa (meno del 30%) considerando anche il poliuso di sostanze, quando si considera il rapporto diffusione/ danni arrecati alla salute è nella parte alta della classifica europea. Questo, secondo le ricercatrici, è un “chiaro segno del fallimento delle strategie di prevenzione messe in atto negli ultimi anni”.

La legge Fini-Giovanardi, hanno spiegato, equiparando le sostanze meno nocive con quelle più dannose, ha avuto l’effetto di favorire una maggiore diffusione di droghe pesanti. In altri Paesi, dove invece si è scoraggiato l’uso di droghe più dannose (Olanda, Repubblica ceca e Portogallo), secondo Molinaro e Rossi la situazione è migliorata.

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