Droghe, il procuratore Macrì chiede la legalizzazione: “Il proibizionismo genera reati”

Pubblicato il 5 Settembre 2011 - 20:18 OLTRE 6 MESI FA

CATANZARO, 5 SET – Il proibizionismo ”è criminogeno”. Occorre quindi ”rompere il tabù e valutare la liberalizzazione di tutte le droghe, anche quelle pesanti”. Parole nette quelle di Vincenzo Macrì, procuratore generale di Ancona, ma soprattutto ex procuratore aggiunto della Direzione nazionale antimafia e profondo conoscitore della ‘ndrangheta che per anni ha combattuto prima in Calabria e poi da Roma.

Parole che non sono passate inosservate e che hanno innescato la polemica con duri interventi del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi e del presidente del gruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri.

Macrì, ospite di KlausCondicio, per spiegare il proprio ragionamento è partito da un assunto: il proibizionismo ”è criminogeno e genera reati” e ”non è servito a combattere il business della ‘ndrangheta, che è cresciuto a dismisura”.

Da qui l’invito a pensare alla liberalizzazione, andando anche oltre le esperienze di Zurigo o dell’Olanda (dove sono liberalizzate solo le droghe leggere) e adottare ”scelte più coraggiose”. ”Non ho ricette – ha specificato il magistrato – perché non faccio il politico. Ma credo che una riflessione pubblica su questo tema vada promossa”.

Naturalmente Macrì era consapevole che le sue parole avrebbero suscitato scalpore e lo ha detto chiaramente: ”Non ho paura di diventare impopolare, mi baso sui fatti”. Ed i fatti, per il magistrato, dicono che dall’ultimo rapporto annuale di Eurispes emerge che nel 2010 il giro d’affari delle mafie si è aggirato sui 180 miliardi di euro, il 60% del quale provento del traffico di droga.

Il primo a replicare a Macrì è stato Carlo Giovanardi che, invocando anche un intervento del Csm, si è detto ”terrorizzato” all’idea che magistrati in servizio ‘pensino di combattere la ‘ndrangheta favorendo la libera diffusione di quel killer micidiale che è la droga”. Anche perché, secondo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, è una ”follia, che nessuno Stato al mondo ha preso in considerazione, ritenere che le cosche possano sparire e non riciclarsi in traffici altrettanto sordidi”.

Polemico anche il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri, che ha parlato di ”tesi da brividi”, aggiungendo che ”mafia, ‘ndrangheta e camorra non si combattono con il lassismo ma con la fermezza. E da un procuratore antimafia ci saremmo aspettati ben altre riflessioni”.