Ecomafia: rapporto 2010 di Legambiente. Affari per 20 miliardi e mezzo di euro

Pubblicato il 4 Giugno 2010 - 12:47 OLTRE 6 MESI FA

È stato presentato oggi a Roma il Rapporto Ecomafia 2010 di Legambiente. Il documento evidenzia come il giro d’affari dell’ecomafia è pari a ben 20 miliardi e mezzo di euro, frutto di 78 reati segnalati al giorno, più di tre ogni ora. La forte impennata del “fatturato” è generata dal grande aumento delle infrazioni nel settore dei rifiuti, passate da 3.911 a 5.217. Lieve calo per i reati nel ciclo del cemento, da 7.499 a 7.463, ma preoccupano i dati del business del cosiddetto cemento “depotenziato”. Sono in salita i reati contro la fauna, più del 58 per cento, e quelli contro l’ambiente marino.

La regione leader dell’illegalità ambientale è la Campania, dove sono segnalate 4874 infrazioni, il 17 per cento del totale. Al secondo posto il Lazio, soprattutto nell’area del sud Pontino a causa delle infiltrazioni dei clan criminali. Latina è infatti la terza provincia per il ciclo del cemento. Per Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente, l’ecomafia si conferma allora «una holding solida e potente, una minaccia grave per il futuro del Paese, in grado di sottrarre risorse preziose all’economia legale». Secondo il dossier elaborato sulla base dei dati raccolti dall’attività di tutte le Forze dell’ordine e di Polizia giudiziaria, aumentano gli arresti, saliti al 43 per cento, così come gli illeciti accertati, pari a 28.576. In aumento anche il numero delle denunce, incrementate del 33,4 per cento, da 21.336 persone segnalate a 28.472. Salgono anche i sequestri, aumentati del 11 per cento, da 9.676 a 10.737. Secondo le stime della Lav, Lega Anti Vivisezione, il racket degli animali frutta 3 miliardi di euro, mentre nel settore agricolo, l’ecomafia muove un giro di affari pari a circa 50 miliardi di euro l’anno, con 150 reati segnalati al giorno.