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Edicolanti: "Non siamo una lobby, non abbiamo potere"

di Emiliano Condò |19 Dicembre 2011 14:54

ROMA, 19 DIC – ''Per piacere non chiamateci lobby, non abbiamo potere. Le lobby vere non sono toccate da questa manovra. Noi rappresentiamo 50.000 lavoratori che tirano su' la saracinesca ogni mattina alle 5. Siamo piccole imprese familiari che vivono con 33.000 edicole diffuse su tutto il territorio. Quasi diecimila in meno di sette anni fa''.

Cosi' Giuseppe Marchica, componente della segreteria del Si.Na.Gi, presentando le ragioni della protesta degli edicolanti (27, 28 e 29 dicembre) contro la liberalizzazione delle edicole annunciata dal governo.

''Non siamo una categoria che sciopera – prosegue Marchica -. Siamo al servizio dei cittadini, consapevoli del fatto che vendiamo un bene culturale e non un bene commerciale. E' dal 1981, 30 anni fa, che non scioperiamo e farlo e' come darci una pugnalata, ma siamo costretti. Siamo gli unici che vogliono liberalizzare dopo la liberalizzazione del '98 che ha introdotto i rivenditori non esclusivi di giornali (supermercati, tabaccai, bar, benzinai). E' la prova che non siamo una lobby potente''.

''Liberalizzare l'accesso per chi vuole aprire un'edicola senza intervenire sull'oligopolio della distribuzione, in particolare quella locale che conta in tutto solo 120 distributori per tutto il territorio nazionale, significa rafforzare la loro posizione dominante'' ha detto Renato Russo vicepresidente dello Snag (l'altra grande organizzazione delle edicole).

Gli edicolanti, in quanto rivenditori esclusivi di giornali, hanno tutta una serie di obblighi imposti dal fatto che i giornali non sono un prodotto commerciale ma un bene che ha, o almeno dovrebbe, la sua ragion d'essere nell'informare i cittadini e del diffondere idee e opinioni. ''In difesa del pluralismo – ha detto Marchica – siamo obbligati a esporre tutti i giornali. Non possiamo scegliere di vendere e tenere solo i piu' richiesti. Mentre il distributore puo' decidere di non portare questo o quel giornale in edicola o di non portarcene nessuno''.

''Togliere ai Comuni il potere di decidere il piano di localizzazione delle edicole – ha sottolineato Russo – significa trasferire al distributore locale li potere di far chiudere o aprire un'edicola. Gia' adesso – ha detto – ci sono edicole con licenza del Comune che non possono aprire perche' il distributore non ritiene conveniente fornirgli i giornali''.

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