Effetti della siccità? C’è anche quello dei cinghiali, spinti in città e al mare in cerca di acqua e cibo

La siccità, con i raccolti sempre più secchi e i torrenti più asciutti, spinge i cinghiali nelle città e nei luoghi più affollati, come le spiagge, a caccia di cibo aggravandone i problemi di gestione. E questo dopo aver fatto razzia di quel che rimane delle coltivazioni. I bassi livelli dei fiumi permettono tra l’altro agli animali di attraversarli con più facilità aumentandone le possibilità di spostarsi da un territorio all’altro. Tanto che i cinghiali sono capaci di percorrere fino a 40 chilometri alla volta.

La siccità e i cinghiali

A lanciare l’allarme è la Coldiretti, in occasione della prima alleanza tra il mondo agricolo e il mondo venatorio e della gestione faunistica siglata a Roma. Con la nascita dell’Associazione agrivenatoria biodiversitalia firmata dai presidenti della Coldiretti e del Comitato Nazionale Caccia e Natura (Cncn), Ettore Prandini e Maurizio Zipponi. Si tratta di una grande rete di migliaia di aziende per monitorare e gestire il territorio nazionale. Con l’obiettivo di arginare la proliferazione indiscriminata di fauna selvatica che mette a rischio la vita dei cittadini sulle strade e le produzioni agroalimentari. Ma anche di tutelare l’ambiente attraverso una presenza capillare in grado di prevenire gli incendi e i pericoli legati al dissesto idrogeologico.

Gli effetti

Oltre al controllo degli animali selvatici, l’alleanza tra Coldiretti e Cncn ha importanti effetti anche dal punto di vista economico per il comparto turistico e agroalimentare. Si va dalla possibilità di garantire nei piccoli borghi la presenza di corner per la commercializzazione dei prodotti agricoli locali, alla costituzione di una filiera certificata della selvaggina l00% italiana. A oggi, nonostante la proliferazione dei selvatici, la carne di cinghiale e dei prodotti trasformati consumata nei ristoranti in Italia arriva per il 90% dall’estero.

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