Abderrhaim El Mouckhtari “incapace di intendere e volere”: assolto l’assassino di Nadia Pulvirenti

Abderrhaim  El Mouckhtari "incapace di intendere e volere": assolto l'assassino di Nadia Pulvirenti
Abderrhaim El Mouckhtari “incapace di intendere e volere”: assolto l’assassino di Nadia Pulvirenti

ROMA – Il gup del tribunale di Brescia ha assolto perché incapace di intendere e volere Abderrhaim El Mouckhtari, il 54enne marocchino che a febbraio di un anno fa uccise con dieci coltellate, tra gambe e addome, la sua terapista per la riabilitazione psichiatrica Nadia Pulvirenti, 25 anni. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] Il delitto è avvenuto all’interno della Cascina Clarabella di Iseo, nel Bresciano, dove lo straniero era ospite in uno degli appartamenti della struttura per la riabilitazione di persone con disabilità fisica e psichica.

El Mouckhtari dovrà comunque scontare 10 anni di Rems (residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza). Commesso l’assassinio, l’uomo fu fermato non lontano dal luogo del delitto con ancora i vestiti sporchi di sangue in visibile stato di disagio psichico. Durante il primo interrogatorio chiese insistentemente di voler parlare con Nadia Pulvirenti “voglio chiederle scusa”. Tutti elementi che hanno contribuito a stabilire il raptus di follia e di conseguenza l’irresponsabilità dell’omicida.

Nadia Pulvirenti aveva studiato a Verona per diventare terapista e da tempo seguiva i pazienti affetti da problemi psichiatrici. Da poco era inoltre andata a convivere con il fidanzato Gianluca a Castegnato nel Bresciano. Inizialmente la ragazza aveva provato a difendersi dalla furia dello straniero senza però riuscire a mettersi in salvo. El Mouckhtari dopo un periodo nel carcere cittadino “Canton Mombello” è stato trasferito nel Rems di Castiglione delle Stiviere dove si trova tutt’ora. Il gup Alessandra Di Fazio ha ritenuto comunque il marocchino socialmente pericoloso. Distrutti dal dolore i famigliari della vittima che speravano invece in un epilogo diverso. (Federico Gervasoni, La Stampa)

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