Elena Aubry, morta in un incidente a Roma. Per i vigili non fu colpa delle buche Elena Aubry, morta in un incidente a Roma. Per i vigili non fu colpa delle buche

Elena Aubry, morta in un incidente a Roma. Per i vigili non fu colpa delle buche

Elena Aubry, morta in un incidente a Roma. Per i vigili non fu colpa delle buche
Elena Aubry, morta in un incidente a Roma. Per i vigili non fu colpa delle buche

ROMA – Non sarebbe morta per colpa delle buche Elena Aubry, la 26enne romana che lo scorso 8 maggio si andò a schiantare contro un guardrail sulla via Ostiense a Roma.  [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,-Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] Lo sostiene un nuovo verbale dei vigili del X Gruppo Mare, diffuso dal quotidiano Il Messaggero. Gli stessi vigili che, durante i primi rilievi, avevano ipotizzato che a causare l’incidente fossero state le buche e le radici sporgenti sull’asfalto. Ipotesi che ha portato anche all’apertura di un fascicolo presso la Procura di Roma, per omicidio colposo, e che ora sembrerebbe essere confutata.

Nel nuovo rapporto i vigili parlano di asfalto “non in eccellenti condizioni”, ma non di “avvallamenti tali da determinare il successivo schianto”. Se si considera anche la velocità non elevata della Honda Hornet 600 che la ragazza guidava, la morte di Elena resta un mistero. Tanta la rabbia di Graziella Viviano, mamma di Elena, che al Messaggero si sfoga:

“Quel verbale è carta straccia, ci possono fare i coriandoli. Il Comune che è parte in causa si fa praticamente la perizia da solo. Non voglio mettere in discussione il lavoro degli agenti, ma il mio avvocato ha già chiesto un’altra perizia da parte della Polizia Stradale e il pm ha dato l’incarico”.

A questo punto, sarà determinante il parere dell’esperto che sarà formalmente incaricato dal pm Laura Condemi, titolare del fascicolo di indagine. Un ingegnere chiamato a trarre le conclusioni sulla base di tutti gli elementi finora raccolti.

Intanto però, mamma Graziella non si dà pace e pensa che il Comune voglia solo sottrarsi alle sue responsabilità:

“Nello stesso posto di Elena in meno di un mese sono cadute altre due persone. O c’è qualcosa che non va in quella strada, oppure vogliono farci credere che mia figlia si sia suicidata in quel punto e che altre due persone si siano volute buttare per terra da sole”.

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