ASTI – Per Franco, il padre di Elena Ceste, non è cambiato nulla. Michele Buoninconti, marito di Elena indagato con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere, “è il brav’uomo” che ha sposato sua figlia e il padre dei suoi quattro nipotini. “Per noi è innocente fino a prova contraria. Ci siamo sempre fidati di lui e non c’è una sola ragione per non farlo più adesso”.
Il signor Franco e la sorella di Elena, Daniela, affidano le loro convinzioni al marito di Daniela che da venerdì mattina risponde ai loro cellulari e parla per conto loro: “Lo abbiamo detto e lo ripetiamo, finché non avremo una prova provata che Michele ha fatto questo o quello staremo vicino a lui e ai suoi bambini”. Venerdì mattina i carabinieri di Asti hanno consegnato al marito di Elena Ceste un avviso di garanzia per omicidio volontario, appunto, e per occultamento di cadavere.
Scomparsa il 24 gennaio 2014, Elena, 37 anni, è stata ritrovata sabato a 800 metri dalla sua casa, in un canale che i proprietari del terreno stavano ripulendo dopo le piene delle settimane scorse. Senza quelle operazioni di pulizia nessuno avrebbe notato il cadavere, impigliato fra rovi, rami e fango. Addosso nessun vestito o indumento, niente che potesse renderla riconoscibile fino alla conferma del dna. Ed è proprio dopo quella conferma che la procura di Asti ha deciso di iscrivere Michele Buoniconti, 44 anni, nel registro degli indagati.
Giusi Fasano, inviata del Corriere della Sera a Castigliole d’Asti, racconta:
Dice un investigatore che sta seguendo il caso: «C’era il suo racconto, a volte un po’ contraddittorio. C’era la storia dei vestiti di lei che lui ha ritrovato asciutti davanti a casa e c’era la lite la sera prima della scomparsa. Ci ha detto che lei aveva ammesso di averlo tradito con due uomini. Tutto questo, però, da solo non sarebbe bastato a inquisirlo per omicidio. Con il corpo ritrovato le cose sono cambiate…».
Strano tipo, Michele. Cattolico molto praticante, geloso, con quattro figli piccoli ma molto insistente per averne ancora anche se lei non voleva. Dopo la scomparsa di Elena lui ipotizza nel tempo mille possibili piste: dal ricatto alla setta, dall’esistenza di un video misterioso a quella di fotografie compromettenti. Dettagli di cui non si è mai avuta una sola conferma.
I carabinieri hanno sentito ottanta persone che nell’ora presunta della scomparsa (fra e 8 e le 9) si trovavano da quelle parti: niente. Hanno rintracciato gli uomini che avevano avuto relazioni con Elena nel 2013: sempre niente di utile per ritrovarla. Avevano setacciato le case di amici e amiche, le parrocchie locali e perfino i conventi immaginando una possibile fuga: nessuna traccia. Fino a quel corpo nudo, a un passo da casa.