La difesa di Michele Buoninconti, marito di Elena Ceste, sostiene che alcuni reperti siano spariti dal tribunale di Asti
Alcuni reperti del caso Elena Ceste sono spariti dal tribunale di Asti. E’ quanto sostengono gli investigatori della Falco investigazioni, l’agenzia di Lucca che da alcuni mesi ha ripreso le indagini per conto del marito della donna, Michele Buoninconti, condannato in via definitiva a trent’anni per omicidio.
L’esposto della difesa di Buoninconti
Eugenio D’Orio, biologo forense, e Davide Cannella, investigatore privato, se ne sono accorti effettuando una attività ispettiva sui reperti. I due hanno presentato formale esposto chiedendo l’invio ad Asti di ispettori ministeriali.
“Venendo meno i reperti viene di conseguenza meno la possibilità di esercitare i diritti alla difesa, come previsto dall’articolo 24 della Costituzione”. Lo sostengono i difensori di Buoninconti, che intendono far riaprire le indagini sull’omicidio della donna.
La scomparsa di Elena Ceste
Elena Ceste scomparve da casa, a Costigliole d’Asti, il 24 gennaio 2014. Gli investigatori trovarono il corpo solo nove mesi dopo in un canale interpoderale, il rio Mersa. Subito i sospetti si concentrarono sul marito.
Nel 2015 Buoninconti è stato arrestato con l’accusa di aver strangolato e gettato nel fiume la moglie. Il tribunale gli ha tolto la patria potestà sui quattro figli avuti con la vittima. (Fonte: Ansa)