ASTI – Michele Buoninconti ha ucciso oppure no sua moglie Elena Ceste, la donna di 37 anni di Costigliole d’Asti scomparsa il 24 gennaio 2014 e ritrovata cadavere in un canale di scolo a 800 metri da casa nove mesi dopo? Sì, perché era geloso e ossessionato dalle amicizie fatte dalla donna su Facebook. No, perché era molto cattolico e non avrebbe mai potuto ammazzare qualcuno. Angela Di Pietro sul Tempo passa in rassegna i possibili moventi di Buoninconti e i motivi per cui lui non potrebbe aver ucciso Elena.
PERCHE’ MICHELE BUONINCONTI E’ COLPEVOLE: era geloso, secondo Di Pietro, ossessionato dalle nuove amicizie fatte dalla moglie su Facebook. Era arrabbiato, forse, per non aver saputo nulla di quegli amici prima del 23 gennaio, la sera prima che Elena sparisse nel nulla. Scrive Di Pietro:
“L’ha uccisa dopo averla tormentata in una notte fatta di insulti e confessioni. Di lacrime. Del corpo si è disfatto la mattina, dopo essere tornato a casa: in una ventina di minuti un vigile con la sua esperienza ha potuto occultare il cadavere senza problema ben conscio del fatto che di un corpo nudo nell’acqua non resta niente. Niente che si possa analizzare. Ha mentito sui suoi spostamenti ed ha depistato le indagini incolpando altri. Michele è un dottor Jeckyl quando parla di sua moglie come di una santa ed il suo alter ego dottor Hyde quando dice che «da quel mucchietto d’ossa non tireranno fuori niente».
PERCHE’ MICHELE BUONINCONTI E’ INNOCENTE: perché non ha voluto alcun avvocato, perché non avrebbe avuto motivi per ucciderla visto che, ha sempre detto, era certo della sua fedeltà. E poi è molto religioso, come Elena, che oltre ad essere sua moglie era la madre dei loro quattro figli.