Elena Farina ai giudici: “Tenete in carcere il mio ex o mi ucciderà”. Ma lui nega tutto

Elena Farina ai giudici: "Tenete in carcere il mio ex o mi ucciderà"
Elena Farina ai giudici: “Tenete in carcere il mio ex o mi ucciderà”

TORINO – “Tenete in cella il mio ex o stavolta ucciderà me e i miei figli”: è l’appello di una donna ai giudici che hanno scarcerato Luigi Garofalo, 46 anni, di Torino, denunciato quindici volte, quindici denunce inutili, visto che lui è stato messo ai domiciliari, li ha violati, ma è ancora libero.

Era l’8 marzo scorso quando Garofalo, racconta Repubblica, nonostante il divieto si avvicinò a uno dei luoghi frequentati dal figlio diciannovenne, uno dei quattro ragazzi avuti dalla ex moglie Elena Farina, e ha tentato di sparargli, non riuscendoci soltanto perché la pistola si è inceppata.

Nonostante questo, due giorni dopo è uscito dal carcere: lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari, che ha disposto per Garofalo gli arresti domiciliari, con un divieto di avvicinamento. Presto violato. Il 28 marzo è stato arrestato nuovamente per aver seguito la ex moglie e il figlio.

“Appena è tornato in libertà si è ripresentato da noi per minacciarci. Diceva che ce l’avrebbe fatta pagare, che ci avrebbe ammazzato. Parla sul serio”, ha raccontato Elena Farina, 45 anni, a Carlotta Rocci di Repubblica.

Adesso Garofalo è di nuovo in carcere, arrestato mercoledì sera dopo l’ennesima incursione nei luoghi frequentati dalla sua ex. “È uscito dal carcere alle 20 e alle 20:40 era già al bar. Noi non ne possiamo più. Questa non è vita, proprio non capisco perché i giudici continuino a rimetterlo in libertà”, si è sfogata Elena Farina. Che ha un timore, avvalorato dai tanti casi di femminicidio: “Abbiamo cambiato casa non so quante volte pur di far perdere le nostre tracce, però lui ci trova sempre, e se non può venire di persona manda suoi emissari a dirci che qualcuno verrà a gambizzarci. Io così non posso vivere, non ho paura per me ma per i miei figli sì. Ora ho messo in vendita la casa e i bar. Voglio andare via, lasciare il Paese, sparire”.

LA DIFESA DI GAROFALO – “Io sono semplicemente andato al mio bar, a Barriera di Milano, per prendere un medicinale e un cellulare. Poi sono andato dai carabinieri e nella parrocchia dove devo scontare gli arresti domiciliari. Ma la mia ex moglie ha chiamato la polizia dicendo che l’avevo minacciata”. Questo il racconto di Luigi Garofalo, accusato di stalking dall’ex compagna, che si è rivolta ai giudici per chiedere che venga tenuto in prigione.

“Il mio assistito nega le persecuzioni”, spiega l’avvocato difensore dell’uomo, Fabrizio Bonfante. “Loro sono una di quelle coppie che un giorno si ama e il giorno dopo si odia – aggiunge -. E il mio cliente racconta che, durante i litigi, le minacce arrivavano da entrambe le parti. Luigi faticava ad accettare una relazione che la sua ex moglie avrebbe iniziato con un altro uomo. Questo era motivo di tensione”.

Tensione che, lo scorso 8 marzo, l’ha portato a minacciare il figlio più grande, di 19 anni, con una pistola. “Era una scacciacani”, spiega Bonfante, che comunque condanna il gesto. Sabato 30 aprile Garofalo sarà sentito, in carcere alle Vallette, durante l’udienza di convalida del fermo.

 

 

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